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Bernardo Alvarez: «Petrocaribe ha costruito relazioni di pace»

Bernardo Alvarez: «Petrocaribe ha costruito relazioni di pace»Bernardo Alvarez – Reuters

Roma Il convegno dei 5Stelle alla Camera: l'Alba di una nuova Europa

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 13 marzo 2015

«Gli Stati uniti vedono Petrocaribe come uno scenario in cui confrontarsi con il Venezuela, per noi invece è uno strumento di sviluppo, di solidarietà e di pace». Così dice al manifesto il venezuelano Bernardo Alvarez, segretario generale dell’Alba (l’Alleanza bolivariana per le Americhe e i Caraibi) e presidente di Petrocaribe, «un accordo di cooperazione energetica a carattere solidale proposto dal governo bolivariano del Venezuela», precisa il professore.

Oggi, Alvarez presiederà la mattinata di dibattito alla Camera sul tema “L’Alba di una nuova Europa”, organizzata dal movimento 5 Stelle. Alla discussione, partecipano i rappresentanti dei principali paesi che compongono il blocco regionale: Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador e Nicaragua (gli altri sono Dominica, Antigua e Barbuda, Saint Vincent e Grenadine). Il progetto Alba – ricorda Alvarez – «è basato sulla cooperazione politica, sociale ed economica, guidata da una logica di solidarietà e di compensazione delle asimmetrie, di integrazione e non di competizione e per questo richiama il sogno della Patria Grande del Libertador Simon Bolivar». L’alleanza boliviariana, che si articola con i Trattati di commercio fra i popoli (Tcp), è nata nel 2004 per volontà di Cuba e Venezuela in alternativa al progetto neoliberista dell’Accordo di libero commercio per le Americhe (Alca), promosso dagli Stati uniti.

L’Alba ha coniato anche una moneta comune, il Sucre, che sta per Sistema unitario di pagamento a compensazione regionale. Una piccola moneta virtuale alternativa al dollaro che serve per le transazioni interne: «Nell’Alba e in Petrocaribe – spiega Alvarez – l’interscambio avviene per compensazione: chi manca di una cosa e la riceve, restituisce con qualcosa che produce in abbondanza. Mentre il modello di scambi neoliberista dà priorità alla liberalizzazione del commercio e agli investimenti condizionati, l’Alba mette al centro la lotta alla povertà, all’esclusione sociale, all’analfabetismo. Fondamentali sono i diritti umani, quelli del lavoro, delle donne, dell’ambiente e il diritto all’integrità della persona». L’Alba ha carattere politico, e perciò ha respinto l’aggressione di Washington contro Caracas.

Per la destra venezuelana, però, Alba e Petrocaribe sono inutili sprechi, e il loro ruolo è andato anzi progressivamente affievolendosi dopo la morte del suo principale propulsore, Hugo Chavez. A che punto stanno le cose? «La realtà dell’Alba – risponde Alvarez – è sempre più estesa e, con Petrocaribe, raggiunge anche paesi che non ne sono membri. Nella zona economica Alba-Petrocaribe, il Sucre è finora arrivato a un livello di interscambio di 1.000 milioni di dollari. Anche il Salvador usa il Sucre, in piccola scala, con il Centroamerica. Dopo aver partecipato a Petrocaribe solo a partire da un municipio in cui governava il Frente Farabunhdo Marti, ora il Salvador è entrato come stato. Sommato all’Alba, l’organismo comprende 21 stati per un totale di 120 milioni di persone. E comunque, l’Alba è prima di tutto un trattato di cooperazione, non deve portare benefici economici al Venezuela. Dal punto di vista degli obbiettivi sociali, non c’è mai stato nella storia recente dell’America latina un organismo che abbia tentato un’operazione di simile ampiezza e abbia ottenuto simili risultati».

Dopo la sconfitta dell’Alca, gli Usa però hanno messo in campo l’Alleanza del Pacifico, un’iniziativa d’integrazione regionale neoliberista che ha al centro Colombia, Messico e Cile; e che mira a scalzare il Venezuela nei rapporti con Petrocaribe, approfittando della caduta del prezzo del petrolio. «Una settimana fa – ribatte Alvarez – a Cacaras si è tenuto un importante vertice di Petrocaribe. Il Venezuela ha messo a disposizione 200 milioni di dollari, parte dei quali destinati alle energie alternative, e all’eolico in particolare. In America latina, il vento non manca e bisogna servirsene. Abbiamo una struttura per lavorare 750.000 tonnellate di fertilizzante. Petrocaribe sta facendo accordi per lo sfruttamento congiunto del gas con paesi che non sono membri dell’organismo. A settembre festeggeremo in Giamaica i 10 anni del blocco regionale per ricordare i 200 anni dalla firma della carta di Giamaica da parte di Bolivar. Perché gli Stati uniti non si mettono a collaborare con lo stesso spirito solidale? Con tutti i mezzi che hanno si potrebbe avanzare molto più in fretta».

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