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Berlusconi torna in campo: «Per senso di responsabilità»

Berlusconi torna in campo: «Per senso di responsabilità»Silvio Barlusconi – LaPresse

Forza Italia Il leader di nuovo in pista per le elezioni europee. Una mossa per evitare che i voti siamo cannibalizzati da Salvini, ma anche da Matteo Renzi

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 18 gennaio 2019

Silvio Berlusconi ha sciolto la riserva, messo da parte i dubbi, sempre che ne abbia mai avuti. Le «discese in campo» sono la sua specialità e non si smentisce nemmeno stavolta, arrivato ormai all’ennesimo rientro in gioco.

L’annuncio arriva a sorpresa, da Quartu Sant’Elena, prima tappa del tour elettorale per le regionali sarde: «Ho deciso di presentarmi alle elezioni per un’Europa che va cambiata». E soprattutto: «Mi candido per senso di responsabilità. Sono in campo per fermare questo governo. I 5 Stelle sono come i comunisti del 1994, ma senza alcuna competenza».

La decisione di entrare in gioco con largo anticipo, molto prima di quanto consigliassero gli strateghi, la ha presa tutta da solo ed è impossibile evitare il sospetto che lo abbia fatto ieri per rubare la scena al tandem di governo proprio nel giorno in cui vede la luce il sospirato decretone.

La scelta era già definitiva all’inizio del mese. Ma chissà se le esitazioni palesate fino a quel momento dall’ex sovrano erano vere. Si sa che per arrivare a questo esito Antonio Tajani ha insistito molto, con lo sguardo rivolto più agli equilibri di Bruxelles che a quelli di Roma.

Si sa che invece proprio tra alcune dirigenti molto vicine al capo c’erano maggiori perplessità, dovute soprattutto all’eventualità di un confronto diretto tra l’ex capo assoluto della destra italiana e il ruspante successore leghista. Berlusconi ha seguito i consigli del presidente del Parlamento europeo in base a un’opportunità e a una paura. L’opportunità è cogliere al volo il gelo dell’elettorato nordico, da sempre in bilico tra Forza Italia e Lega, per la manovra economica e per le ipoteche dell’M5S sull’azione del governo. Berlusconi e Tajani ritengono, e non è detto che non abbiano ragione, che l’incremento dei consensi leghisti nei sondaggi sia rubato ai 5 Stelle, ma che invece al nord la popolarità di Matteo Salvini traballi. La paura è che assistere immobili al declino di Forza Italia sia un invito a nozze per chi mira a cannibalizzare i voti berlusconiani: non solo Salvini ma anche Matteo Renzi.

Sono ragionamenti che hanno certo avuto il loro peso. Ma è probabile che a fare la differenza siano stati, come sempre nel caso di Silvio Berlusconi, elementi meno politici. La voglia di prendersi una rivincita su chi lo ha cacciato dal Parlamento italiano entrando con tutti gli onori in quello europeo. La convinzione di essere ancora in grado di smuovere consensi in quantità e l’assoluta indisponibilità a farsi etichettare una volta per tutte come anziano leader fuori gioco.

In realtà per Forza Italia la candidatura di Berlusconi dovrebbe comunque essere un vantaggio. Di certo non farà perdere voti, quasi certamente ne porterà in dote. Ma che riesca a risollevare drasticamente le sorti di un partito che oggi i sondaggi danno all’8% è tutto da dimostrarsi e si tratta forse della sfida più difficile nella vita politica di Berlusconi. Nemmeno a lui, con tutta l’altissima considerazione che ha di se stesso, sfugge però quanto rischioso sarebbe un confronto diretto con Salvini, che peraltro al momento non ha ancora deciso se candidarsi o no. La carta su cui punta Arcore è una sorta di desistenza per cui i due si dividerebbero i collegi in modo da evitare la sfida frontale.

Sarebbe un errore, però, immaginare che lo stato maggiore di Forza Italia guardi solo al quadro italiano. Lo scenario europeo è altrettanto importante. Dopo le elezioni la partita a Bruxelles sarà fondamentale e Fi rischia di arrivarci quasi senza voce in capitolo. Ha perso negli ultimi tempi tre parlamentari di peso, tra cui Alessandra Mussolini e Raffaele Fitto. Rischia forte di vedere dimezzata la propria delegazione parlamentare e di trovarsi così ai margini delle probabili trattative tra Ppe e destra. Con Berlusconi in lista c’è la speranza di portare a casa un numero maggiore di parlamentari ma soprattutto la presenza dell’ex reprobo renderà quasi impossibile tenere il suo partito nell’angolo.

Sullo scenario italiano, invece, Berlusconi mira sempre allo stesso obiettivo: rompere la maggioranza una volta per tutte. Se riuscirà a dimostrare che l’elettorato del nord boccia l’alleanza gialloverde e preme invece per una destra unita, il ritornato in campo avrà fatto un passo avanti importante in quella direzione.

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