Politica

Berlusconi ingoia il doppio turno, Alfano annuncia battaglia sulle liste

Berlusconi ingoia il doppio turno, Alfano annuncia battaglia sulle listeSilvio Berlusconi

Ex Pdl Ad aprile la decisione sui servizi sociali per il Cavaliere

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 21 gennaio 2014

Del tutto soddisfatto Silvio il di-nuovo-Re non è. La stoccata del doppio turno sgradita era e sgradita resta. L’importante è vincere, non partecipare, e ad Arcore campeggia da sempre la convinzione che vincere al secondo turno sia impresa quasi impossibile, stante la scarsa disponibilità dell’elettorato forzista a farsi mobilitare due volte nell’arco di due settimane.

Lo Statista di palazzo Grazioli controfirmerà lo stesso la riforma scritta a quattro mani con Matteo il Giovane. Il suo commento all’intervento dell’alleato è laconico e secco: «Esprimo pieno e sincero apprezzamento. Vogliamo realizzare quell’intesa in un clima di chiarezza e rispetto reciproco». Silvio ingoierà il ballottaggio (eventuale) perché la faccenda, per lui, resta un affarone. Nell’arco di pochi giorni ha spazzato via l’aura di decaduto che lo circondava dal giorno della nota sentenza. In politica le parole pesano a volte più dei fatti: quelle spese ieri dal leader del Pd per lui sono oro colato. Non che sia tutto qui: il merito della legge gli restituisce un dominio incontrastato sulla galassia di centrodestra, e scusate se è poco. In più, il maledetto doppio turno, con la soglia al 5%, resta confinato nel regno delle eventualità improbabili: al 35% qualcuno, stavolta, ci arriverà. Certo la condizione imprescindibile per Forza Italia è che la legge, ora, non venga toccata più neppure di una virgola, in particolare proprio sulla soglia.

La possibilità di uno spareggio non è l’unico prezzo che Berlusconi paga. Ha sacrificato la mattanza dei partitini, cioè il “vero” sistema spagnolo, che resta tuttavia sospeso come una minaccia mortale ove l’accordo raggiunto venisse impallinato nel Vietnam parlamentare. Ha rinunciato anche al miraggio del voto in maggio, ma non è detto che il rinvio gli sia davvero così inviso. Il 10 aprile si riunirà il Tribunale di sorveglianza di Milano per decidere in merito alla richiesta di affidamento ai servizi sociali. Una campagna elettorale da “neodetenuto”, con le mani legate e le comparsate in video centellinate, non farebbe comodo neppure a lui. Senza contare la speranza che in qualche modo, di qui alle elezioni, il nuovo ruolo di “padre della Terza Repubblica” lo aiuti a trovare una via per rientrare direttamente in campo.

Molto più amara la pillola che dovrà ingerire Angelino l’ex delfino. Aveva concordato l’abbassamento della soglia al 4%, poi, nell’incontro con Renzi subito prima della direzione Pd, si è sentito spiegare che purtroppo per l’amato Silvio la pillola era indigeribile. Alfano ha piegato la testa. Ma sulle preferenze si è impuntato: «In parlamento diamo battaglia». E a proposito del «prendere o lasciare» intimato dal segretario Pd, si è lasciato andare con gli intimi a un sibilante: «Questo lo dica ai suoi, certo non a noi». Anche i popolari vogliono le preferenze. A Sc vanno bene le liste bloccate, non l’eliminazione del Senato, comunque non accetta il pacchetto inemendabile proposto da Renzi e mira a intervenire sul premio di maggioranza. Neppure Sel vuole rinunciare a emendare il testo: il capogruppo Migliore propone di inserire conflitto di interessi e ineleggibilità.

In sintesi: soprattutto al Senato, col Pd diviso, la bozza Renzi-Berlusconi rischia di brutta. La sola arma di cui la strana coppia dispone è la minaccia, concordata apertamente dai due ieri, di passare al sistema spagnolo puro in caso di bocciatura dell’Italicum. C’è anche un’altra insidia. «Una legge tarata solo sulla camera – dice il forzista d’assalto Minzolini – può essere affossata all’ultimo momento silurando l’eliminazione del Senato. Se non si pensa a una via d’uscita, come una norma transitoria per palazzo Madama, temo che possa andare proprio così».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento