Economia

Berlusconi e Bolloré si tirano gli stracci

Berlusconi e Bolloré si tirano gli stracci

Mediaset Vivendi fa retromarcia su Premium e punta al 15% dell’intero gruppo di Cologno, utile per future sinergie con Telecom. «È una scorrettezza grave», ribatte il colosso italiano della tv. E annuncia una causa miliardaria

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 27 luglio 2016

Un voltafaccia dai francesi che Mediaset decisamente non si aspettava: e infatti, alla notizia del dietrofront sull’acquisto dell’intero pacchetto Premium da parte di Vivendi, ieri il titolo del gruppo di Berlusconi è crollato in Borsa. È stato sospeso per eccesso di ribasso (con perdite teoriche fino al 13%), e in serata ha chiuso a -7%. Uno scivolone dovuto alla comunicazione da parte del colosso francese dell’intenzione di non acquistare più il 100% di Premium, ma solo il 20%: un ramo in pesante perdita, che la Finivest sperava di mollare ai cugini d’oltralpe, e che invece dovrà tenere. Ma non basta, perché c’è anche un rilancio: da Parigi si offre di comprare il 15% di Mediaset.

La notizia in una nota di Mediaset viene definita «gravissima», e potrebbe generare anche una guerra legale, a suon di rimborsi miliardari. Il colosso guidato da Vincent Bolloré non ha affatto perso l’interesse per il mercato italiano: al contrario, avrebbe svelato secondo gli italiani i suoi veri piani, ovvero insidiare il controllo degli attuali azionisti.

La nota diramata da Cologno Monzese spiega che l’ad di Vivendi – Arnaud de Puyfontaine – «ha verbalmente comunicato che Vivendi non intende comunque onorare il contratto stipulato». «Una novità assoluta e non concordata – prosegue Mediaset – che rappresenta una palese contraddizione con gli impegni assunti da Vivendi mediante il contratto firmato l’8 aprile scorso, concluso dopo lunghe trattative con l’approvazione di tutti gli organi competenti di entrambe le parti».

Il contratto di aprile prevedeva lo scambio del 3,5% del capitale di Vivendi e del 3,5% del capitale di Mediaset – punto questo, confermato, come spiega la stessa società di Cologno – ma riduce appunto, notevolmente, la quota di acquisizione di Premium. E inoltre capovolge i precedenti impegni rispetto alle azioni Mediaset: Vivendi si era impegnata a non acquistare nel primo anno dell’accordo nessuna azione della “casa madre” di Premium, e nel secondo e terzo anno non avrebbe superato il 5%. Un’alleanza, certo, ma fino ad allora molto soft.

Vivendi minimizza, e replicando spiega che si tratta semplicemente di una nuova offerta: «Una proposta a Mediaset per trovare un nuovo accordo in termini differenti e proseguire le discussioni», perché, rispetto ad aprile, il gruppo di Bolloré ha meglio considerato i conti di Premium, e ha visto che non andavano.

Il presidente Bolloré – proseguono i francesi – «con una lettera datata 21 giugno», aveva già «comunicato ai dirigenti Mediaset delle divergenze significative nell’analisi dei risultati della sua filiale di pay Mediaset Premium, su cui i due gruppi sono in trattativa». Perplessità che appunto portano alla decisione di questi giorni, che l’ad Puyfontaine nega celi la volontà di aggredire la proprietà di Mediaset: «Non vogliamo il controllo – ha dichiarato ieri – L’obiettivo non cambia, è quello di creare un grande gruppo; cambia il modo per raggiungerlo. Stiamo discutendo, e vogliamo una soluzione che sia soddisfacente per entrambi».

Ma il gruppo di Berlusconi insiste, e per ora non vede altro che una insidia dei francesi al proprio controllo: denuncia «l’eccezionale gravità e l’assoluta scorrettezza del comportamento di Vivendi. L’annunciata decisione di non voler onorare un contratto valido e vincolante», «viola i più elementari principi del diritto oltre che dell’etica economica. Vengono infranti i capisaldi che assicurano un corretto e ordinato funzionamento del mercato». Il «vero» e «non dichiarato obiettivo» – prosegue – era arrivare ad avere «una posizione di rilievo» in Mediaset «in modo surrettizio».

Insomma, per il momento le acque sono agitatissime, e lo conferma la conclusione della nota di Mediaset, che annuncia di essere «fermamente determinata a far valere ogni proprio diritto in ogni sede». Si calcola che, eventualmente, potrebbe arrivare a chiedere a Vivendi tra gli 1,5 e gli 1,8 miliardi di euro come risarcimento.

Dietro l’«aggressione» di Vivendi, secondo alcuni analisti, ci sarebbe un piano di rafforzamento dentro Telecom: Vivendi è prima azionista al 24,68%, e controllare Mediaset potrebbe portare prospettive molto interessanti di interazione con la compagnia telefonica. Tutto gestito da Parigi.

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