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Berlusconi day a Strasburgo. Comunque vada, Silvio c’è

Berlusconi day a Strasburgo. Comunque vada, Silvio c’èSilvio Berlusconi – LaPresse

Aula stracolma per l'udienza Tempi lunghi per la sentenza sulla candidabilità. Ma i legali del leader di Fi scommettono sulla vittoria

Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 23 novembre 2017

Aula stracolma, oltre 500 spettatori tra cui una quarantina di giornalisti provenienti da mezzo mondo. Tempi sforati ma di poco. L’udienza della Corte europea per i diritti dell’Uomo di Strasburgo sul ricorso di Silvio Berlusconi contro la mancata validazione dell’elezione al Senato nel 2013 e l’incandidabilità per il futuro è durata poco più delle due ore previste.

I tempi della sentenza non sono invece prevedibili. «Dai sei mesi a un anno», informano fonti di Strasburgo, poi ci vorrà ulteriore tempo perché il verdetto sia recepito dall’Italia. Con le elezioni a marzo le chances di candidarsi dell’ex Cavaliere stanno a zero, ma anche con un possibile posticipo a maggio e nonostante le ovvie insistenze dei suoi legali per accelerare i tempi il pronostico resta sfavorevole.

Sulla sentenza, invece, tra gli avvocati di Berlusconi, da Coppi a Ghedini, circolava ieri un certo ottimismo e in realtà anche l’attesa di una sentenza positiva in campagna elettorale sarebbe per il leader azzurro preziosa. Il buon umore dei legali è giustificato dalle domande che i giudici hanno posto dopo che il rappresentante del governo italiano e quello del ricorrente avevano esposto le loro argomentazioni, ciascuno con mezz’ora a disposizione. Nemmeno una parola sul reato di frode fiscale per il quale l’ex premier è stato condannato. Domande a ripetizione sul voto col quale il Senato mise alla porta il leader azzurro.

Quattro giudici hanno insistito sul voto opposto dell’aula di palazzo Madama in merito ai casi Berlusconi e Minzolini, la cui decadenza fu bocciata. L’ex direttore del Tg1 scelse di dimettersi da solo prima di un secondo voto del Senato. Risulta quindi che i senatori abbiano scelto di comportarsi in maniera opposta a proposito di due casi identici. L’avvocato dell’ex Cavaliere, Edward Fitzgerald, non spreca la palla: «Non era giustizia ma un anfiteatro romano in cui una maggioranza di pollici versi o in alto decidono se uno va giù o su».

Il pezzo forte del ricorso era però la retroattività con cui la legge Severino è stata applicata nel 2013 per reati commessi 15 anni prima. La tesi della difesa, illustrata dalla rappresentante del governo Maria Giuliana Civinini, è che gli articoli della Convenzione europea riguardanti la retroattività «non si applicano alle leggi elettorali» e che comunque non si può parlare di retroattività dal momento che la sentenza è del 2013, dunque successiva alla legge del 2012. Uno dei giudici, l’albanese Ledi Bianku, ha infine chiesto chiarimenti sulla coincidenza che ha reso vigente la legge Severino appena due mesi prima delle elezioni del 2013.

È questa somma di fattori che spinge Ghedini a parlare di «domande pertinenti e molto interessanti» e che giustifica il relativo ottimismo di Arcore. Ma c’entra qualcosa anche la speranza che la presidente della Corte, la tedesca Angelika Nussburger, possa dimostrarsi sensibile agli ottimi rapporti che, dopo il gelo del passato, corrono oggi tra Berlusconi e Angela Merkel. In ogni caso, argomentano in privato nel circolo di avvocati che da sempre circonda l’imputatissimo, le domande dei giudici già valgono a dimostrare che il ricorso non è infondato e che l’applicazione della Severino è quanto meno «arzigogolata».

All’ex Cavaliere basta così. Potrà comunque fare la campagna elettorale con l’aura del perseguitato, in attesa di una sentenza che molti anche in Italia ritengono possa dargli ragione. Renzi, che ieri ha ripetuto di augurarsi che l’ex alleato riesca a candidarsi in modo da poterlo sfidare direttamente nel collegio di Milano, gli dà una mano, smentendo di fatto la tesi dell’incandidabilità.

Ieri l’incandidabile ha ripetuto che comunque sarà in campo e in realtà lo è già a pieni motori. Tra venerdì e domenica si terrà a Milano il workshop organizzato da Mariastella Gelmini «Idee Italia». La patrocinatrice smentisce che si tratti di una contro-Leopolda ma certo lo sembra e comunque a chiudere i lavori, domenica, sarà proprio Silvio Berlusconi. Appena sceso dal palco reale passerà a quello televisivo, ospite di Fabio Fazio. Giura di volere l’election day in maggio solo per risparmiare quattrini e non per aspettare la sentenza. In ogni caso per lui la campagna elettorale è già cominciata.

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