Bergamo, lettera all’Ue: «Possibili crimini contro l’umanità»
Il report giornaliero della Protezione civile sembra descrivere una situazione stabile del contagio da Covid-19 sul territorio italiano. Ma il riattivarsi qua e là di nuovi focolai, come quello registrato […]
Il report giornaliero della Protezione civile sembra descrivere una situazione stabile del contagio da Covid-19 sul territorio italiano. Ma il riattivarsi qua e là di nuovi focolai, come quello registrato […]
Il report giornaliero della Protezione civile sembra descrivere una situazione stabile del contagio da Covid-19 sul territorio italiano. Ma il riattivarsi qua e là di nuovi focolai, come quello registrato ieri a Bologna all’interno dell’azienda di logistica Tnt Express, con 26 asintomatici e 3 sintomatici, e soprattutto il rischio elevato di importare di nuovo il virus da alcuni Paesi extra europei, preoccupa le autorità sanitarie e suggerisce alla politica molta prudenza, per evitare gli errori che sono stati commessi all’inizio della pandemia. Se di errori si tratta, perché, secondo il «Comitato Noi Denunceremo – verità e giustizia per le vittime di Covid-19» di Bergamo che lunedì invierà una lettera alla presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen e al presidente della Corte Europea dei diritti dell’uomo Ròbert Ragnar Spanò, si potrebbero configurare addirittura reati ascrivibili a «crimini contro l’umanità».
NELLA LETTERA, INFATTI, i familiari delle vittime di Bergamo chiedono alle autorità europee di vigilare sulle indagini attualmente in corso in Lombardia per verificare se siano stati violati gli articoli 1, 2 e 3 della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue e l’art. 32 della Costituzione italiana.
Intanto il numero dei contagiati nelle ultime 24 ore è di nuovo aumentato (276, a fronte dei 229 del giorno precedente), di cui il 48,9% in Lombardia, con 135 nuovi casi, 53 in Emilia Romagna e 23 nel Lazio. Sono morte altre 12 persone, come il giorno prima, mentre il virus è tornato in tre regioni: sono 4 infatti (Sicilia, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata), anziché le 7 di giovedì, quelle che non registrano nuovi positivi, malgrado il numero minore di tamponi (circa 48 mila invece di 52 mila). In particolare, preoccupa la situazione di Bologna dove sono stati trovati 36 nuovi casi di cui 29 tra i dipendenti della Tnt Express e 3 nell’azienda Bartolini. Un focolaio, quest’ultimo, che si è già propagato ad altre 4 persone, tra i familiari. Tutti i nuovi contagiati, fa sapere l’Ausl di Bologna, sono già in isolamento domiciliare o in luoghi offerti dalle Aziende sanitarie, e sono stati disposti altri 65 isolamenti fiduciari domiciliari tra le persone che hanno avuto contatti con i malati.
MA PREOCCUPANO anche i casi di contagio «da importazione», in particolare nel Lazio dove pesano circa la metà del totale dei nuovi positivi, e dove il fattore Rt è arrivato all’1,13. «Ci sono dei Paesi nel mondo dove l’epidemia è meno sotto controllo che da noi – ha spiegato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri – Lì dobbiamo vigilare. E bloccare on demand i voli riduce il rischio». Ma, ha aggiunto, «non credo che debba essere una soluzione definitiva o di lunga durata».
ATTUALMENTE INVECE, su richiesta del ministro Speranza (un dpcm con le nuove regole sugli arrivi dall’estero è atteso per il 14 luglio), sono bloccati gli ingressi in Italia per chi proviene o transita in 13 Paesi. Ma l’ingresso non è consentito neppure per chi arriva da qualunque altro Stato extra Schengen, salvo comprovate e urgenti esigenze. In ogni caso, per tutti, anche per gli europei, è necessaria un’autocertificazione e l’isolamento fiduciario di 14 giorni.
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