Editoriale

Bentornata Costituzione

La notizia è di quelle che, come si dice, cambiano completamente lo scenario: la Corte Costituzionale ha accolto l’eccezione di incostituzionalità parziale dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori proposta dalla […]

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 4 luglio 2013

La notizia è di quelle che, come si dice, cambiano completamente lo scenario: la Corte Costituzionale ha accolto l’eccezione di incostituzionalità parziale dell’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori proposta dalla Fiom e giudicata non infondata da alcuni tribunali. E ha modificato il testo di quell’articolo in un modo poco evidente ma importantissimo: la Fiom può rientrare a pieno titolo in tutte le fabbriche Fiat, e con la Fiom in quelle fabbriche rientrano la Costituzione e la dialettica democratica. Un vero successo per la Fiom, e il fallimento dei piani di Marchionne.

Al principio della storia c’è un equivoco: quando entrò in vigore lo Statuto dei lavoratori, l’articolo 19 prevedeva che le rappresentanze sindacali aziendali (Rsa) con tutti i fondamentali diritti che ad esse si collegano (assemblee retribuite, permessi sindacali, etc.) potessero essere costituite nell’ambito dei sindacati aderenti a confederazioni maggiormente rappresentative (lettera a) o anche sussidiariamente dei sindacati comunque firmatari del contratto nazionale (lettera b). Perché intervenne un referendum popolare nel 1995 che cancellò la lettera a?
Per evitare che, certi sindacati in realtà non rappresentativi in una categoria, ad esempio i Tessili, potessero pretendere di costituire Rsa nelle unità produttive, solo perchè aderivano a una confederazione che magari era rappresentativa nella sanità o nella scuola. Però, in tal modo, la cancellazione della lettera a dal punto di vista formale e letterale rendeva il requisito della lettera b, cioè l’aver firmato il contratto nazionale, l’unico requisito alla cui stregua un sindacato poteva costituire una Rsa.

Di qui il paradosso: un sindacato poteva costituire una Rsa non perché a lui aderissero molti lavoratori o anche la maggioranza assoluta, ma solo perché il datore di lavoro aveva accettato di firmare con lui un contratto collettivo.
Un paradosso che per molti anni è risultato innocuo, perché c’era l’unità sindacale, ma dopo la sua rottura lo scenario è cambiato, e in modo drammatico: si sono moltiplicati i casi di contrattazione separata, che hanno visto profonde spaccature tra i confederali.

Quella piccola anomalia, si rilevava allora un’arma pericolosissima puntata contro la democrazia sindacale, perché nel momento del passaggio da un contratto a un altro, se il nuovo accordo veniva firmato solo, poniamo, da un sindacato, soltanto questo poteva poi mantenere le Rsa, mentre gli altri le perdevano: e in sostanza venivano cacciati, come entità organizzata, dalla fabbrica.

Sembra incredibile, ma c’è chi ha fatto di tutto questo una precisa strategia, e si è trattato della Fiat di Marchionne: chi non ricorda lo sbalorditivo spettacolo dei delegati Fiom di una storica fabbrica bolognese del Gruppo Fiat (Weber) ripresi dalla tv mentre con i classici scatoloni in mano lasciavano i locali della Rsa che avevano occupato per tanti anni?

Una profetica sentenza del tribunale di Bologna consentì loro di rientrare e formare di nuovo le Rsa. Il problema si è moltiplicato e diffuso a macchia d’olio nelle oltre 60 fabbriche riconducibili al gruppo Fiat, minacciando di andare ben al di là, perchè lo stesso contratto nazionale metalmeccanici 2012 è un contratto separato non firmato dalla Fiom per le pessime condizioni economico-normative che in esso si contemplano.

La questione è finita in Corte Costituzione, che due giorni fa l’ha discussa in pubblica e affollata udienza, e ha emesso una sentenza importantissima: per formare una Rsa non è necessario aver firmato il contratto, ma è sufficiente aver preso parte alla negoziazione, rifiutando poi la firma per motivi di merito.
Non può sfuggire il vero significato giuridico e politico dell’affermazione: viene respinta l’idea portata avanti dai difensori della Fiat, anche in sede di udienza, che l’articolo 19 premiasse i sindacati «comprensivi» delle ragioni datoriali, e quindi disposti a firmare tutto o quasi tutto. Si è invece ricostituita una visuale dialettica per la quale il sindacato che sia rappresentativo, partecipa al tavolo negoziale, ma può rifiutare senza timore soluzioni nel merito inaccettabili. Ed è quello che ha fatto la Fiom in questi anni nei rapporti con Fiat e Federmeccanica, e quindi ha diritto di ricostituire dappertutto le Rsa, senza dover aderire ai contratti «bidone» firmati dagli altri.
Vi è poi un corollario, non meno importante: che siccome il diritto di costituire o mantenere le Rsa dipende dal fatto di aver partecipato alla negoziazione, l’eventuale non invito, premeditato, del sindacato non gradito al tavolo, diverrebbe un comportamento antisindacale, in quanto impeditivo di per sé del diritto e della possibilità di costituire Rsa.

Un passo avanti in sintonia con l’accordo del 28 Giugno 2011, il quale prevede il diritto del sindacato rappresentativo (che rappresenta più del 5%) di essere invitato al tavolo. Diritto a cui è collegata, ora, pure la costituzione delle Rsa.

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