Beni culturali, nomine in conflitto d’interessi
Il caso Il Consiglio direttivo dell’Autorità nazionale anticorruzione ha rilevato diverse criticità nell'assegnazione dei posti e del budget: la questione etica dovrà tornare nell’imminenza dell’entrata in vigore della riforma del Ministero della cultura
Il caso Il Consiglio direttivo dell’Autorità nazionale anticorruzione ha rilevato diverse criticità nell'assegnazione dei posti e del budget: la questione etica dovrà tornare nell’imminenza dell’entrata in vigore della riforma del Ministero della cultura
Sul manifesto del 16 febbraio, nell’articolo intitolato Ombre al ministero, Sangiuliano non vede, abbiamo riportato i risultati della verifica ispettiva dello scorso luglio condotta dalla responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza del Ministero della cultura Marina Giuseppone negli uffici della Direzione generale musei. In seguito all’adunanza del 20 febbraio del Consiglio direttivo, l’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha rilevato alcune criticità in merito al conflitto di interessi. Un primo punto riguarda la designazione di Luigi Gallo ai vertici della Galleria nazionale e della Direzione regionale musei delle Marche.
TALE NOMINA, risalente al 2020, era stata segnalata agli ispettori del MiC per i rapporti pregressi, di natura professionale ma anche personale, di Gallo con il dg musei Massimo Osanna. Nel 2018, Osanna aveva infatti attribuito allo storico dell’arte un mandato di 12 mesi presso il Parco archeologico di Pompei per attività di ricerca, valorizzazione e fruizione finalizzate alla ricostruzione dei giardini del sito vesuviano. L’Anac ribadisce a questo proposito l’illegittimità della procedura di affidamento di servizi per un importo di poco inferiore ai 40mila euro, in quanto il contratto di consulenza di cui ha beneficiato Gallo avrebbe dovuto essere assegnato tramite bando pubblico.
Un altro caso concerne l’incarico da 8mila euro mensili conferito all’avvocato Antonio Lucianelli per assistenza legale nel quadro del progetto Capacity & Capability Building, mirato alla trasformazione digitale dei luoghi della cultura e dei siti Unesco. Anche Lucianelli, dipendente di Ales – l’esosa società in house del MiC –, appartiene alla più stretta cerchia di Osanna fin dal 2014, quando operava nel Grande Progetto Pompei.
L’Anac fa notare come della commissione che nel 2022 ha scelto Lucianelli facessero parte solo membri interni all’amministrazione e allo staff del dg musei, tra cui Luca Mercuri, Elisabetta Scungio e Patrizia Zotti.
Quest’ultima funzionaria è stata peraltro oggetto di verifiche per indennità di turno ingiustificatamente percepite quando si occupava della contabilità di Osanna in seno all’Unità Bilancio. In riferimento alla nomina dell’archeologo Enrico Rinaldi (anch’egli dipendente Ales e collaboratore di Osanna sia a Pompei che alla Dg musei) alla direzione del Parco archeologico di Sepino e alla Direzione regionale musei del Molise, l’Anac ha riscontrato altresì l’indeterminatezza dei criteri di valutazione delle prove selettive, come già osservato dalla Corte dei Conti.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO dell’Anac invita dunque il MiC a valutare la condotta dei soggetti coinvolti alla luce del quadro normativo vigente e delle disposizioni contenute nel codice di comportamento interno, nonché a instaurare misure specifiche indirizzate a sorvegliare e prevenire circostanze come quelle inerenti all’ispezione. Ulteriori riscontri sono attesi relativamente alla gestione delle spese di viaggio di Osanna e dei rimborsi a esse connessi, alla ristrutturazione degli uffici del dg musei nel complesso del San Michele con acquisto di arredi di lusso per complessivi 127mila euro. Ma soprattutto in rapporto al paventato conflitto di interessi del dg musei con Urban Vision, società leader nei restauri sponsorizzati di edifici, opere d’arte e monumenti, il cui amministratore delegato, Gianluca De Marchi, è il coniuge dello stesso Osanna.
Nell’imminenza dell’entrata in vigore della riforma del MiC, ci si chiede se Sangiuliano continuerà a chiudere gli occhi sulla questione etica che affligge il sistema museale italiano – asservito a logiche affaristiche e votato alla mercificazione e alla strumentalizzazione politica dei beni culturali – o se interverrà finalmente con provvedimenti atti a tutelare l’interesse pubblico.
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