Ricciardi (M5s): «Ben vengano le piazze, questa è l’unità che ci serve»
Opposizione Riccardo Ricciardi, vicepresidente del M5S: «Non c'è il rischio che si torni all'era del 'né di destra né di sinistra'. Il Movimento dell’era Di Maio non c’è più»
Opposizione Riccardo Ricciardi, vicepresidente del M5S: «Non c'è il rischio che si torni all'era del 'né di destra né di sinistra'. Il Movimento dell’era Di Maio non c’è più»
Riccardo Ricciardi, deputato e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, quest’oggi sarà a Roma in piazza per La via Maestra, con la Cgil e le associazioni. «Ogni volta che si manifesta per difendere la Costituzione, la sanità pubblica, il lavoro, il salario minimo noi ci saremo – spiega Ricciardi – Più si creano momenti del genere, che siano organizzati da sindacati, associazioni, comitati o partiti meglio è. C’è bisogno di strenua opposizione a un governo che sta davvero cercando di sfasciare questo paese».
Il fatto che persino sulla guerra Meloni abbia difficoltà è un ulteriore indizio del fatto che la luna di miele del governo con il paese è davvero finita?
La realtà sta facendo emergere quello che noi sosteniamo da tempo. Insieme a pochi altri dicevamo che questa guerra ha due grossi limiti: l’assenza dell’Europa e la mancanza di una strategia che si misuri con la situazione concreta. Non ha senso continuare una guerra per procura sulla pelle degli ucraini. Bisogna finalmente cominciare a parlare di pace.
Non è che a questo punto l’unico vero punto di forza della destra sono le opposizioni divise?
Che sia unita o divisa opposizione parlamentare non cambia quasi nulla finché hanno i numeri per governare. L’unità va costruita con le forze sociali, per questo le manifestazioni sono importanti. Bisogna unire chi sta in parlamento e chi sta nel paese, non servono adesso piattaforme elettorali o tavoli tra partiti.
A proposito di temi. Conte ha evocato una «terza via» sui migranti. Non c’è il rischio del ritorno al M5S «né di destra né di sinistra»?
Ogni forza politica ha una direzione che influenza la linea politica, per fortuna la nostra non è più quella di Di Maio, come nel Pd non c’è più quella di Renzi o di Letta. Il tema dei migranti non va sottovalutato. Parlando di «accoglienza indiscriminata» Conte segnala la percezione il Pd sottovaluti l’impatto del fenomeno nelle periferie di questo paese, mentre la destra come è noto lo sopravvaluta. Vogliamo tutelare le persone che non arrivano alla fine del mese, le prime che affrontano la mancata integrazione e la mancata gestione del fenomeno migratorio. Bisogna affrontarlo con risposte strutturali. Bisogna evitare le emergenze e le mancate pianificazioni di questi anni. Non serve appaltare a terzi, lo stato deve farsene carico perché siamo di fronte a un fenomeno che è sempre esistito e che sempre esisterà.
Dall’altro lato, Conte si è detto disponibile a partecipare alla manifestazione dell’11 novembre indetta da Elly Schlein.
Con un messaggio molto chiaro: bisogna riportare la sanità nelle mani dello stato. Abbiamo una proposta di legge depositata sia alla Camera che al Senato. In Italia ci sono venti sistemi sanitari diversi e la sperequazione della sanità privata fa sì che la gente in alcuni posti debba portarsi i cuscini e le lenzuola da casa. Saremo in piazza per la sanità, ma bisogna declinare tutto questo in maniera concreta anche nelle regioni amministrate dal Pd, in alcune delle quali il sistema sanitario non si è mosso verso un servizio pubblico e universale. Speriamo che Schlein abbia la forza di arrivare a questo punto.
Le europee di giugno saranno un punto di svolta, e non solo per misurare i rapporti di forza tra i partiti in chiave nazionale. Si capiranno molte cose a proposito di guerra, transizione ecologica e sul destino della cosiddetta «maggioranza Ursula». Voi sarete nel gruppo dei Verdi?
Non abbiamo affrontato in maniera definitiva questo aspetto. Ci presenteremo con un programma che porterà come esempio l’unico momento in cui l’Europa ha avuto senso cioè il Pnrr, il debito comune. Per noi quello è l’orizzonte e purtroppo da quel momento siamo già tornati indietro. Noi non accettiamo un’Ue nella quale politica estera sia soggiogata agli Usa o nella quale non si riescano ad arginare le speculazioni su gas ed energia. La politica economica finanziaria della Bce, inoltre, sta strozzando imprese e famiglie. Sono scelte che pagano soprattutto i più poveri. La governance politica dell’Ue cosa ne pensa?
A proposito di Ue, Conte ha detto chiaramente all’europarlamentare Fabio Massimo Castaldo che non ci sarà nessuna deroga al tetto dei due mandati. È un messaggio a quelli che nel M5S gli chiedono maggiore elasticità su questo principio?
Il M5S negli anni si è evoluto e adattata alle diverse situazioni. Abbiamo visto che alcune regole potevano che alcune potevano essere superate, penso al finanziamento pubblico ai partiti del 2 per mille. Dobbiamo sempre aggiornarci, tenendo come riferimento l’efficacia rispetto all’obiettivo: siamo uno strumento nelle mani dei cittadini. Sui due mandati, sappiamo che rischiamo di perdere competenze importanti e dobbiamo fare in modo che non accada coinvolgendole in altro modo. Ma per le europee rimarrà la regola che è valsa per le politiche.
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