Bellanova (Pd): «Sui ticket bisogna cambiare, servono solo per le prestazioni occasionali»
Parla la sottosegretaria al Mise «Da ex bracciante rivendico la legge sul caporalato del governo Renzi. E anche del Jobs Act sono soddisfatta. Abolire l’articolo 18 non ha certo provocato disastri»
Parla la sottosegretaria al Mise «Da ex bracciante rivendico la legge sul caporalato del governo Renzi. E anche del Jobs Act sono soddisfatta. Abolire l’articolo 18 non ha certo provocato disastri»
Prima sottosegretaria al Lavoro, passata allo Sviluppo economico dal marzo scorso, sempre governo Renzi, poi transitata in quello Gentiloni a pié pari, Teresa Bellanova ha iniziato a lavorare da adolescente nelle campagne pugliesi partecipando alle lotte bracciantili. Anche ieri era là, in Puglia, ma solo per tagliare un nastro quindi con poco tempo per rispondere alle domande.
La bracciante morta di fatica ad Andria: i nuovi caporali sono le agenzie interinali. Il governo prenderà qualche altra misura di contrasto?
Lo sviluppo di quell’inchiesta è frutto della legge sul caporalato che ha inserito la fattispecie penale di grave sfruttamento della manodopera in agricoltura e l’ha estesa ai datori di lavoro prevedendo anche l’arresto, mi sono spesa in maggioranza per arrivare a questo risultato, la magistratura oggi ha uno strumento in più per combattere chi con la scusa di trasportare i braccianti li recluta e li sfrutta oltre ogni limite. O chi non fa un collocamento nel rispetto delle regole, incluso le agenzie di intermediazione che non hanno un vero database. La legge è una scelta di civiltà del governo Renzi.
Nel frattempo c’è stato un boom dei voucher, anche se non in agricoltura dove sono ammessi teoricamente solo nelle aziende familiari.
…e per i pensionati o i giovani fino a 25 anni o le persone che non sono mai state iscritte negli elenchi della disoccupazione…
Sì, ma dicevo: c’è stato un boom con il governo Renzi. Un altro strumento di sfruttamento duro e ora legalizzato.
I voucher non li abbiamo introdotti noi, anzi, noi abbiamo introdotto la loro tracciabilità.
È vero ma con il Jobs Act avete ampliato il quantum consentito fino a 7mila euro. Facilitando il loro utilizzo di massa da parte delle aziende.
Con la riforma del mercato del lavoro abbiamo introdotto il monitoraggio affidandolo a soggetti terzi, con un decreto attuativo. E c’è stata una diminuzione dei voucher.
Sicura? Non risulta. L’utilizzo dei voucher è in crescita da anni e dopo il Jobs Act ha avuto un’impennata.
C’è stata una diminuzione.
Mi sta dicendo che non c’è bisogno di intervenire per limitare i voucher?
Dobbiamo analizzare meglio tutti i dati, se c’è un uso improprio si deve intervenire e si faranno delle modifiche. Su questo il ministro (Poletti ndr) ha dato una grande disponibilità. Bisogna che si torni alla loro essenza.
State pensando di riformare i voucher, come?
Evitandone l’uso improprio, devono essere usati solo per le prestazioni occasionali, non togliendo spazio alle altre tipologie contrattuali.
L’Inps certifica che con la fine degli incentivi del Jobs Act le regolarizzazioni attraverso il «contratto unico a tutele crescenti» hanno avuto un crollo. Non hanno funzionato.
Gli incentivi sono stati utilizzati dalle imprese per ridurre il costo del lavoro ma non sono un intervento strutturale. Hanno avuto un ruolo positivo ma sui costi dobbiamo agire meglio. È evidente che per ampliare l’area del lavoro stabile serve una ripresa complessiva dell’economia che purtroppo finora è mancata. Le imprese devono scommettere di più, oltre lo strumento che abbiamo messo in campo.
Gli incentivi non hanno incentivato un granché. A questo magro risultato si poteva arrivare anche senza toccare l’articolo 18, o no?
Questo lo dice lei. Noi stiamo intervenendo su tutti i campi per l’innovazione, per la impresa 4.0. E, guardi, quel disastro che doveva succedere andando a toccare l’articolo 18 non c’è stato. In base a quegli stessi dati usciti oggi si vede che non c’è stata alcuna impennata dei licenziamenti. Anche quelli per giusta causa sono passati da 59 mila a 74 mila. L’Inps dice che non ci sono stati effetti con l’eliminazione dell’articolo 18 ma ognuno ha la sua lettura. Anche le dimissioni sono passate da 938 mila a 811 mila, quindi abbiamo 127 mila dimissioni in meno. Il governo Renzi è il governo che ha coraggiosamente varato la norma contro le dimissioni in bianco e i licenziamenti solo online. E abbiamo avuto 127 mila dimissioni in meno.
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