Beffa Santanché: detassati gli straordinari nel turismo
Una protesta dei lavoratori del turismo della Filcams Cgil – Foto di Aleandro Biagianti
Lavoro

Beffa Santanché: detassati gli straordinari nel turismo

Decreto Lavoro La ministra fa passare un emendamento che prevede di aumentare le indennità più eluse nel settore. La Filcams Cgil: operazione di facciata
Pubblicato più di un anno faEdizione del 10 giugno 2023

Il decreto primo maggio era già un coacervo di norme che aumentavano la precarietà. La maggioranza di governo però sta riuscendo nella difficile impresa di aumentarne la portata di vera beffa nei confronti dei lavoratori più deboli.

Dopo aver approvato in commissione Affari sociali al Senato l’emendamento che sostanzialmente cancella completamente la «causale» sui rinnovi dei contratti a tempo determinato sotto i 12 mesi, è arrivata una norma fortemente voluta dalla instancabile fantasia della ministra del Turismo Daniela Santanché. L’ex comproprietaria del Twiga ha voluto prendersi beffa dei lavoratori del turismo proponendo una norma che detassa «il lavoro notturno e straordinario» nel settore del turismo, sapendo benissimo che si tratta del settore in cui queste due indennità vengono sistematicamente eluse dai datori di lavoro da Trieste fino a Lampedusa: quasi mai straordinari e notturni vengono pagati e quando succede sono «fuori busta». Come viene costantemente certificato dai controlli dell’Ispettorato del lavoro. si va dunque a detassare proprio quella sezione del salario che buona parte dei lavoratori nemmeno percepisce.

«Si parla, a gran voce, di “busta paga più pesante” e di aumento della “attrattività del settore”, ma si tratta di un’operazione di facciata – attacca subito la Filcams Cgil – che non sfiora nemmeno le radici del problema retributivo che tiene lontana la manodopera dal settore».

«Il reddito dei lavoratori aumenta se vengono aumentate le tabelle salariali – spiega Monja Caiolo, segretaria nazionale Filcams Cgil – ma nel Turismo tutti i contratti sono scaduti tra il 2018 e il 2021 e di conseguenza le retribuzioni sono ferme. La priorità dovrebbe essere il rinnovo dei contratti e non il ricorso ad aggiustamenti palliativi che non sciolgono i nodi del settore. A pesare sui salari è anche la questione della classificazione del personale: l’80% delle lavoratrici e dei lavoratori è inquadrata ai livelli più bassi e questo determina retribuzioni inferiori anche rispetto agli altri settori», chiarisce Caiolo. «Sarebbe necessario intervenire concretamente – conclude la segretaria – andando a contrastare il dumping contrattuale, la contrattazione pirata e tutti i fenomeni di illegalità che proliferano nel settore turistico».

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