Bayer, nuova maschera della Monsanto
La fusione Bayer-Monsanto non è solo una questione di concorscopo di cancellare le responsabilità della Monsanto facendo scomparire il nome Monsanto. Si tratta di un gioco di prestigio sulla realtà […]
La fusione Bayer-Monsanto non è solo una questione di concorscopo di cancellare le responsabilità della Monsanto facendo scomparire il nome Monsanto. Si tratta di un gioco di prestigio sulla realtà […]
La fusione Bayer-Monsanto non è solo una questione di concorscopo di cancellare le responsabilità della Monsanto facendo scomparire il nome Monsanto. Si tratta di un gioco di prestigio sulla realtà e sui fatti per perpetrare l’assalto contro il tessuto della biodiversità e della natura, per intensificare la guerra contro i piccoli agricoltori, per proseguire l’attacco alla scienza e agli scienziati, alle leggi, agli ordinamenti e alle istituzioni, per continuare a minare le basi delle nostre democrazie.
Nell’ottobre del 2016, Navdanya, insieme ad altre organizzazioni della società civile, ha organizzato un processo pubblico contro la Monsanto all’Aia. In quell’occasione testimoni provenienti da tutto il mondo hanno denunciato i crimini perpetuati dalla multinazionale americana contro la natura e contro l’umanità. Le prove accumulate negli anni contro la Monsanto hanno obbligato la multinazionale a scomparire. Una vittoria dell’umanità e del pianeta di cui però non possiamo accontentarci. Con la sciarada di Monsanto che viene comprata da Bayer, il regno del terrore delle multinazionali intende rigenerarsi per continuare a imporre il suo dominio.
Eppure anche la Bayer, la nuova maschera della Monsanto, presenta nel suo curriculum una lunga serie di attività poco edificanti. Monsanto e Bayer hanno infatti una lunga storia legata alla produzione e alla vendita di esplosivi e gas velenosi a fini bellici. La Bayer faceva parte della IG Farben, l’azienda chimica tedesca al soldo di Hitler processata per crimini contro l’umanità a Norimberga. Monsanto e Bayer avevano anche dato vita, nel 1954, a una joint venture, denominata Mobay. La Mobay ha fornito gli ingredienti per l’Agente Arancio utilizzato nella guerra del Vietnam. Venti milioni di galloni di defoglianti ed erbicidi sono stati spruzzati sul Vietnam del Sud provocando morte e malattie nella popolazione civile.
Il Cartello dei Veleni si sta ora ricompattando. Le Big 6 che detengono le industrie mondiali di semi, pesticidi e biotecnologie sono Basf, Bayer, Dupont, Dow Chemical Company, Monsanto e Syngenta. La Monsanto ha tentato di acquistare Syngenta che è stata invece acquisita da ChemChina per 43 miliardi di dollari. Una ulteriore fusione con Sinochem è pianificata nel 2018. Dow Chemical, che ha acquistato Union Carbide, responsabile del disastro di Bhopal, si è fusa con Dupont con un accordo da 130 miliardi di dollari. Per non essere da meno, Bayer ha comprato Monsanto per 66 miliardi. Queste operazioni da sole porteranno il controllo del 60 per cento delle sementi mondiali e del 70 per cento dei prodotti agrochimici e dei pesticidi nelle mani di sole tre società.
La coalizione di morte del Cartello dei veleni, formatasi durante la guerra, si è rafforzata ed è diventata planetaria. Il campo di battaglia per la guerra era prima l’Europa. Il campo di battaglia è ora ogni fattoria, ogni casa, ogni cucina, ogni piatto. E la resistenza deve essere ovunque. Ogni fattoria, ogni casa, ogni cucina, ogni piatto. Possiamo rifiutarci di far parte di questa guerra. Possiamo rifiutarci di cooperare con il Cartello dei veleni e, invece allearci, con la biodiversità di tutti gli insetti, piante e animali, con i poveri, gli affamati e con coloro i quali hanno contratto malattie a causa degli agrotossici. Navdanya ha lanciato una campagna globale, Poison-free Food and Farming (alimentazione e agricoltura senza veleni), per sconfiggere il Cartello dei veleni entro il 2050. Abbiamo bisogno di un movimento planetario per un mondo biodiverso dove tutte le forme di vita possano coesistere in maniera pacifica.
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