Visioni

Battiti fusion sui pinnaccoli del ritmo

Battiti fusion sui pinnaccoli del ritmoGerardo Balestrieri

Note sparse Ecco «Syncretica», settimo album nella discografia di Gerardo Balestrieri. Il cantaturoe apolide si destreggia tra curiose suggestoni col suo spirito ironico e leggero

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 27 giugno 2018

Cantautore apolide (sebbene tedesco-partenopeo-veneziano) e strumentista tuttofare nonché interprete in sei lingue diverse, Balestrieri si destreggia abilmente tra curiose suggestioni col suo spirito ironico e leggero mettendo insieme Vieni via da Thomà, canzone greca che affonda i tacchi color nespola in 9/8, Cielito Lindo in versione mediorientale tra cordofoni e percussioni e Fais moi mal Johnny, omaggio jazz patafisico a Boris Vian. Tutto l’album, settimo della sua discografia, più volte segnalata dal premio Tenco, è carico di elementi culturali amati, ripresi e shakerati come il Gabbiano Bar (forse influenzato dal Carosello tv, «C’est si bon, è un filato tres chic, Chatillon») o il sensuale Tango del Rosso e Nero con arrangiamenti ipercurati e accompagnatori di qualità (il batterista Claudio Marino ex 99 Posse e il contrabbassista Roberto Giangrande, famoso turnista e altri strumentisti espatriati). In questo mezzo giro planetario, tra canti popolari e film muti, Balestrieri svela il suo battito fusion, salendo sui pinnacoli del ritmo da entertainer esperto con una verve fresca e coinvolgente.

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