Lavoro

«Basta morti, basta esternalizzare». Ma i sindacati si dividono gli scioperi

«Basta morti, basta esternalizzare». Ma i sindacati si dividono gli scioperiUna protesta dei sindacati per denunciare le troppe morti sul lavoro – Foto LaPresse

Strage Senza Fine L’Usb ha già lanciato 24 ore, i confederali si limitano a quattro che diventano otto nel Vercellese. Polemiche per l’intervento del Garante che chiede di ridurre la protesta Cobas

Pubblicato circa un anno faEdizione del 1 settembre 2023

I troppi appalti esterni e tagli alla sicurezza e ai livelli occupazionali. Per i sindacati sono queste le cause della strage di Brandizzo. Tali da richiedere le dimissioni dei vertici delle ferrovie e del ministro Salvini e lanciando diversi momenti di sciopero per oggi e nei prossimi giorni per riportare sotto i riflettori il tema della sicurezza sul lavoro.

L’Usb proclama subito 24 ore di sciopero, i confederali 4 ore che raddoppiano a Vercelli.

«Da anni denunciamo i troppi appalti e subappalti nelle ferrovie che minano la sicurezza di chi li esegue e mettono a repentaglio i viaggiatori – denuncia la Filt Cgil – . Il personale di Rfi è perfettamente in grado di effettuare le lavorazioni di manutenzione come quelle di Brandizzo. Dunque l’appalto esterno ha solo motivazioni economiche: tagliare i costi e non prevedere il giusto turn over fra i lavoratori di Rfi».

Se Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Orsa parlano di «una tragedia che lascia sgomenti», per il segretario generale della Cgil Maurizio Landini «l’indignazione non basta più: è il momento di agire», attacca Landini, annunciando che i lavoratori di Rfi addetti alla manutenzione delle infrastrutture si fermeranno domani per quattro ore. «È l’ennesima tragedia che indigna tutti i lavoratori italiani», scrive invece sui social il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, mentre per il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri «non basta dirsi costernati o addolorati», ma piuttosto «è tempo di assumere decisioni forti per salvare la vita delle persone».

Alza ulteriormente la posta invece il sindacato Usb, che proclama 24 ore di astensione dal lavoro fino alle 15,30 di domani, confermate anche dopo la richiesta del Garante per gli scioperi – da pochi mesi guidato dalla presidente Paola Bellocchi – di ridurla a 4 ore come i confederali. L’Unione sindacale di base ha avuto buon gioco a mantenere la sua posizione in nome «della gravità dell’evento» «che si ripete con sistematica periodicità» «a cui non fanno seguito provvedimenti in grado di aumentare le tutele di chi lavora».

I lavoratori morti non erano ferrovieri. Appartenevano al settore dell’edilizia e delle costruizioni. Dal canto loro, i sindacati del comparto – Feneal, Filca Cisl e Fillea Cgil Piemonte – proclamano 8 ore di sciopero a livello regionale del settore edile e costruzioni per tutto il turno lavorativo di lunedì 4 settembre, giornata in cui si terrà anche una manifestazione con partenza alle 10 alla stazione di Vercelli. Nel motivare le iniziative di lotta, molti sindacalisti si soffermano sui problemi esistenti in tema di manutenzione.

«Rfi deve vigilare sul tema della formazione del personale e sulla verifica delle attività da parte delle ditte appaltatrici», afferma Roberto Napoleoni, segretario nazionale mobilità della Uil Trasporti, per cui lo stesso ricorso agli appalti è da controllare in maniera più ferrea. «Forse, nel diluire gli interventi tra diversi soggetti è più facile che possano esserci mancanze», sottolinea. Per Massimiliano Campana, segretario generale della Filca-Cisl Piemonte, invece, «va ribadito con forza che chi lavora deve operare, sempre e comunque, in condizioni di piena ed assoluta sicurezza».

Cgil Vercelli Valsesia, Cisl Piemonte Orientale e Uil Biella e Vercelli – sde della Sigifer – hanno invece proclamato per il 4 settembre uno sciopero generale di 8 ore in tutta la provincia con corteo che si concluderà davanti al palazzo della prefettura. «Non vogliamo più – affermano unitariamente – trovarci di fronte a simili tragedie. Chiediamo a gran voce giustizia, maggiori controlli e sanzioni più severe. La sicurezza non deve essere un costo, ma un investimento».

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