Lavoro

“Basta contrapporre i lavoratori”

“Basta contrapporre i lavoratori”i manifestanti ai cancelli degli stabilimenti di Pomigliano

Fiat Anche Maurizio Landini al presidio notturno degli operai a Pomigliano d'Arco

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 23 giugno 2013

Venerdì notte le tute blu della Cgil sono arrivate da ogni parte d’Italia per sostenere la protesta ai cancelli dello stabilimento Fiat di Pomigliano d’Arco. Slai Cobas, Fiom e Comitato cassaintegrati e licenziati hanno atteso tutta la notte l’arrivo degli operai per l’ultimo dei due sabato di straordinario non pagato. Questa volta ai cancelli erano più numerosi della polizia in assetto antisommossa, che si è limitata a gestire l’ordine pubblico, evitando di fare da vigilanza privata dell’azienda. Niente scontri e nessun ferito quindi (la settimana scorsa 2 manifestanti refertati), ma un happening che è andato avanti fino all’alba con la musica dal vivo dei gruppi giovani, accanto a voci storiche come E’ Zezi, Marcello Colasurdo, Daniele Sepe, pizza, birra e una mortadella intera arrivata da Bologna con il pullman dei metalmeccanici dell’Emilia Romagna.

Rappresentanze provenienti dal Veneto, Puglia, Toscana, Basilicata. C’era l’indotto Fiat campano e c’erano i lavoratori di Melfi, ma sono giunti anche gli operai Fincantieri di Ancona, per esprimere non solidarietà ma condivisione perché quello che succede a Pomigliano finirà per peggiorare le già difficili condizioni di lavoro in ogni regione. Alle prime ore del mattino sono cominciate ad arrivare le auto di chi entrava per il turno delle sei. La folla al presidio è riuscita a rallentare l’accesso ai varchi, la produzione è cominciata con due ore di ritardo. E tra i manifestanti c’era il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini: «Abbiamo dimostrato che è ancora possibile bloccare la Fiat; bisogna smetterla di contrapporre i lavoratori tra loro. Il nostro intento non era contrapporci a loro, era contro la Fiat e ovviamente la contrapposizione degli operai. La manifestazione di oggi dice che non bisogna avere paura, che bisogna avere coraggio e dignità».

Musica e poi il dibattito, i lavoratori hanno raccontato le esperienze nei loro siti produttivi ma all’arrivo degli operai si sono dispersi tra le auto per discutere con i colleghi che l’azienda ha mandato a lavorare di sabato senza riconoscere nessuna gratifica, solo recupero ferie dal 20 agosto: «Molti scendevano dalla vettura per venirci a salutare – racconta Ciro D’Alessio -, altri si lanciavano su Landini per stringergli la mano. Qualcuno ci ha confessato che nei reparti si discute solo di questo. I capi interrogano, fanno pressione per vedere se qualcuno denuncia minacce da parte nostra. Le scorse settimane ripetevano che dovevano entrare a lavorare, ‘la polizia vi scorta, non avete scuse’ dicevano». Salutarsi, reincontrarsi, pochi minuti per spiegare cos’è il contratto di solidarietà, quello che i manifestanti propongono per far tornare tutti i circa 5mila dipendenti in produzione.

Quando ormai era chiaro che la manifestazione aveva avuto successo, la Fiom ha lasciato il presidio ai varchi per riunirsi in corteo tra i lavoratori in coda e poi sciogliersi. Il Comitato licenziati e cassaintegrati Fiat non ci sta e si schiera al varco 1 con l’elmetto giallo da lavoro e i cartonati con il volto di Sergio Marchionne e la scritta «Ora picchiate anche lui» come scudo. Un atto di resistenza, per rallentare ancora l’ingresso in fabbrica, e una certa dose di fastidio per chi non ha proseguito a oltranza la protesta. Torneranno in presidio il 27 giugno per manifestare contro il Pd, riunito a Pomigliano per la Festa dell’Unità. Mercoledì e giovedì prossimo la Fiom sarà ai cancelli a volantinare in vista della manifestazione del 28 a Roma: in piazza scenderanno le tute blu della Cgil, gruppo Fiat e indotto, ai partecipanti verrà consegnata una copia della Costituzione, «il bene più prezioso che abbiamo. Noi siamo quella parte del paese che vuole attuare i principi della Costituzione, abbiamo tutti il diritto al lavoro e alla democrazia» spiega Landini.

L’azienda la scorsa settimana aveva presentato un esposto alla procura di Nola contro i picchetti, questa volta si è limitata a diramare un comunicato: «Si sono ripetuti i tentativi intimidatori di dissuadere le persone dall’entrare in stabilimento ma tutti i lavoratori si sono presentati regolarmente in fabbrica. Nessuna vettura persa». Nessun clima sindacale unitario a Pomigliano, le Rsa si sono allineate alla voce del padrone: «La notte bianca si è rivelata solo un’azione mediatica vuota di contenuti, dimostrando che le loro posizioni sono demagogiche e datate nel tempo». Insomma se gli operai ieri erano sulle linee non è perché sono terrorizzati dall’idea di poter perdere il lavoro ma per «la validità degli accordi siglati». «Io però non ho visto nessuna Rsa passare ieri – conclude Ciro -, nessuno di loro è venuto da noi a discutere di torti e ragioni, come dovrebbe fare un sindacalista. Ne ho visto uno solo l’altra settimana, della Fim, che scappava dentro con gli occhiali da sole per non farsi riconoscere. E lo sai cosa mi hanno detto i lavoratori? Prima firmano e poi non si vedono di sabato a lavorare».

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