Sono scadute ormai da un giorno, le 48 ore che la direzione regionale del Pd in Basilicata si era data per sbrogliare la matassa del candidato alla presidenza della Regione per le elezioni del 21 e 22 aprile prossimi. Quel tempo doveva servire a sciogliere il compromesso paradossale che il consesso dem aveva raggiunto caoticamente: la conferma del candidato Angelo Chiorazzo, uomo forte del privato sociale in campo da mesi con la sua formazione Basilicata Casa Comune, e al tempo stesso l’impegno a salvaguardare il perimetro del campo largo.

SOLTANTO CHE, a proposito di coalizione, il Movimento 5 Stelle, Azione e almeno una parte di Alleanza Verdi Sinistra non ne vogliono sapere di sostenere Chiorazzo. Tanto che ieri è stato convocato al Nazareno il segretario regionale Giovanni Lettieri, colui il quale sabato scorso aveva annunciato di voler andare avanti con Chiorazzo scatenando le ire della minoranza interna e dei potenziali alleati. Elly Schlein, ospite in serata a Porta a Porta, cerca di cavarsela in questo modo sul pasticcio lucano: «C’è una discussione ancora in corso, come in Piemonte – ha detto la segretaria – Io rispondo per il Pd: noi siamo testardamente unitari e non perché c’è lo ordina il dottore ma perché c’è lo chiedono le persone. Io sono fiduciosa che troveremo l’accordo». Poi manda un segnale a Giuseppe Conte che contiene un invito alla complicità ma anche una dichiarazione di primazia: «La responsabilità di costruire le coalizioni non può gravare solo sulla prima forza di opposizione – aggiunge – Bisogna che tutti ci convinciamo».

POCHE ORE prima, Chiorazzo ci aveva messo del suo davanti ai microfoni di Un giorno da pecora: «I 5 Stelle non mi vogliono sostenere? Pazienza, ce ne faremo una ragione. Nel Pd sono contentissimi, solo una piccola parte ha qualche dubbio ma in un grande partito è normale». E poi, la minaccia che era nell’aria da tempo: «Io non mi ritiro – scandisce Chiorazzo – Stiamo lavorando alle manifestazioni, c’è un numero di persone che non si vedeva da trent’anni. M5S o no, rimango il candidato». Il radar locale segnala che i referenti del Movimento 5 Stelle sul territorio, il coordinatore regionale Arnaldo Lomuti, le coordinatrici provinciali Alessia Araneo e Viviana Verri, insieme alla responsabile degli enti locali Paola Taverna, hanno almeno riallacciato i contatti con il Partito democratico.

MA A QUESTO punto il rompicapo lucano sale di livello, perché se anche il Pd dovesse riuscire a ritrovare la quadra con il M5S e con il resto della coalizione, si ritroverebbe un competitor pronto a sottrarre voti nella sfida alla destra capitanata dal presidente uscente Vito Bardi. I nomi alternativi ruotano sempre attorno alla sanità, core-business del bilancio regionale. In lizza ci sono il manager della sanità Lorenzo Bochicchio e il presidente dell’Ordine dei medici di Potenza Rocco Paternò. Per l’ex magistrato Alberto Iannuzzi (che è andato in pensione pochi giorni fa) i giochi sembrano definitivamente chiusi. Ieri ha sentito il bisogno di spiegare il passo indietro motivato, oltre che dai vincoli posti alle dalla legge Cartabia, dalle «divergenze» nel campo potenziale della sua candidatura, che era stata avanzata dal M5S e sostenuta da un appello di cinquanta «liberi cittadini lucani». «Chiorazzo non verrà sostenuto da Azione, dal M5S, da una parte di coalizione potenziale di centrosinistra – dice Matteo Richetti da Azione – Ma il Pd non cambia Chiorazzo. È evidente che non ci saranno le condizioni per l’intesa. La Basilicata potrebbe essere una regione contendibile, i profili non mancano». Sono parole che pesano anche perché Azione in Basilicata ha il volto di Marcello Pittella, ex presidente della Regione accreditato ancora del 5-6%. «Anche in Basilicata non possiamo e non vogliamo accettare di presentarci con un fronte diviso – dicono Igor Taruffi, responsabile organizzazione e Davide Baruffi, responsabile enti locali Pd, sfortunati protagonisti della direzione regionale dell’altro giorno – Il Pd lavorerà insieme a tutti gli altri, come sempre, per unire il fronte più largo e rilanciare il tavolo regionale, che vede presenti tutte le forze del centrosinistra e del civismo democratico, superando le contrapposizioni sui nomi». Restano ancora pochi giorni per trovare il bandolo della matassa.