Quando la sera del 25 febbraio 1980, proprio di fronte al Collège de France e mentre attraversava la strada, Roland Barthes venne investito da un furgone, alcuni tra coloro che lo conoscevano più intimamente parlarono subito e senza mezzi termini di incidente «sospetto». E un mese dopo, il 26 marzo, quando il grande critico morì in una corsia dell’ospedale La Pitié-Salpêtrière in seguito alle ferite riportate, gli stessi si dissero convinti che «non aveva voluto» guarire e che insomma si era ostinato ad andarsene, a nessuno (dopo la scomparsa della madre amatissima) e a niente, nemmeno alla sua scrittura e...