Baro sospende lo spettacolo, #MeTooThéâtre celebra la vittoria
Teatro Con una lettera il regista, accusato di stupro alcuni anni fa e attaccato dal movimento francese contro la violenza sulle donne nel mondo dello spettacolo, ha sospeso le prove e le date del debutto.
Teatro Con una lettera il regista, accusato di stupro alcuni anni fa e attaccato dal movimento francese contro la violenza sulle donne nel mondo dello spettacolo, ha sospeso le prove e le date del debutto.
Il movimento #MeTooThéâtre è ancora molto attivo in Francia e continua a chiedere con forza la «deprogrammazione» – ovvero, la cancellazione – degli spettacoli firmati da persone ritenute colpevoli di atti di violenza sulle donne. È stata diffusa ieri la notizia riguardante uno dei casi maggiormente sentiti dal movimento ovvero quello del regista Jean-Pierre Baro. Quest’ultimo avrebbe dovuto iniziare a breve le prove del suo nuovo lavoro Un qui veut traverser co-prodotto dal Théâtre de la Colline di Parigi (dove avrebbe dovuto debuttare a maggio), dal Théâtre national de Strasbourg e dal Théâtre national de Bretagne. Con una lettera inviata dallo stesso Baro alle tre realtà, l’artista ha comunicato la decisione di sospendere il processo creativo e le repliche previste. Libération ne ha riportato alcuni stralci: «Tutti mi avete parlato delle vostre paure per questa situazione e delle sue probabili conseguenze sull’accoglienza dello spettacolo. […] In seguito alle nostre discussioni, ho deciso di sospendere la creazione di questo spettacolo. Ho lottato fino all’ultimo contro questa decisione ma è umanamente impossibile per me lavorare a questo progetto proteggendo la mia famiglia e i miei cari da questa pressione incessante».
In una precedente lettera risalente allo scorso ottobre il direttore del Théâtre de la Colline, Wajdi Mouawad, aveva escluso la cancellazione dello spettacolo di Baro così come si era rifiutato di mettere alla porta Bertrand Cantat, musicista condannato nel 2003 per l’omicidio della sua compagna, compositore delle musiche dell’ultimo lavoro dello stesso Mouawad. «Non ho intenzione di sostituirmi alla giustizia» aveva dichiarato, nonostante la scelta di tenere Cantat fosse stata «biasimata» dalla ministra della Cultura Roselyne Bachelot.
JEAN-PIERRE BARO era stato invece accusato di stupro nel 2018 da una ex collaboratrice ma la denuncia era stata in seguito archiviata per mancanza di prove. La decisione del regista di ritirarsi è stata accolta con grande entusiasmo dal movimento, in particolare da una delle sue leader, Marie Coquille-Chambel. «È una vittoria immensa contro le violenze sessuali e sessiste a teatro» ha scritto in un post, «penso con forza a colei che ha sporto denuncia».
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