La scuola dei crociati di Bannon alla Certosa di Trisulti non si farà
La scuola «di gladiatori di destra» non si farà Troppe irregolarità: il ministero per i beni e le attività culturali ha avviato l’iter per la revoca della concessione dell’abbazia
La scuola «di gladiatori di destra» non si farà Troppe irregolarità: il ministero per i beni e le attività culturali ha avviato l’iter per la revoca della concessione dell’abbazia
Se ne tornano a casa i «crociati del terzo millennio» del teocon Steve Bannon, ex consigliere del presidente Usa Donald Trump, che nella Certosa di Trisulti, in Ciociaria (Fr), avrebbero voluto installare l’Accademia dell’Occidente giudaico-cristiano, un pensatoio dell’integralismo cattolico, «una scuola di gladiatori di destra, i soldati delle prossime guerre culturali che dovranno difendere l’Occidente», secondo la definizione dello stesso Bannon.
IL MINISTERO per i beni e le attività culturali ha infatti avviato l’iter per la revoca della concessione dell’abbazia certosina del 1200 all’associazione Dignitatis humanae institute (Dhi), che il 14 febbraio 2018 si aggiudicò un bando pubblico dello stesso Mibac – allora guidato da Dario Franceschini – che le assegnava Trisulti per 19 anni, ad un canone di affitto di centomila euro l’anno. Ma «le opinioni politiche non c’entrano nulla – spiega il sottosegretario ai beni culturali, il grillino Gianluca Vacca -, a noi interessa il rispetto della legalità e la tutela del patrimonio culturale nazionale».
LE IRREGOLARITÀ, rispetto a quanto richiesto dal bando e previsto dal contratto, sono davvero tante e gravi, come evidenziato dalle ispezioni del Mibac: Dhi non ha il riconoscimento della personalità giuridica; non ha tra i suoi scopi statutari lo svolgimento di attività di tutela, promozione e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici; non ha esperienza nel settore dei beni culturali, né ha mai gestito un immobile culturale del territorio.
Inoltre non ha mai sborsato un centesimo dell’affitto pattuito né ha mai proceduto alla manutenzione ordinaria e straordinaria. Per cui, aggiunge Vacca, che dalla sua ha anche un parere favorevole da parte dell’Avvocatura dello Stato, «procedere con la revoca è un atto dovuto».
RESTA DA CAPIRE come sia stato possibile che, di fronte a lacune ed inadempienze così evidenti, a suo tempo il Mibac abbia assegnato la certosa di Trisulti a Dhi: superficialità, mancate verifiche, o accondiscendenza nei confronti di importanti sponsor ecclesiastici che l’associazione teocon poteva e può contare Oltretevere? Dhi ha come mission «la difesa delle fondamenta giudaico-cristiane della civiltà occidentale». Il suo fondatore e leader è Benjamin Harnwell, conservatore britannico e grande amico di Bannon, ma anche anche dei «nostri» Luca Volonté, direttore di Dhi, e Rocco Buttiglione, che fino a qualche mese fa compariva nell’organigramma come «padre fondatore».
Nel comitato consultivo poi c’è un nutrito gruppo di cardinali ultraconservatori: Raymond Burke (presidente onorario), Francis Arinze, Walter Brandmueller, Malcom Ranjith, Robert Sarah, Angelo Scola ed Elio Sgreccia. Già nel 2015 Dhi tentò di accaparrarsi la Certosa. Il suo presidente onorario di allora, il cardinal Raffaele Martino, dopo aver incassato l’appoggio dell’abate di Casamari (da cui dipendeva Trisulti) e del vescovo di Anagni-Alatri (la diocesi in cui si trova l’abbazia), scrisse a papa Francesco, chiedendogli di intercedere per Dhi presso il ministro Franceschini. Il pontefice, a quanto si sa, nemmeno rispose.
MA AL SECONDO TENTATIVO Dhi ha vinto il bando pubblico, che metteva sul mercato la certosa di Trisulti, restituita al Mibac dai monaci cistercensi per problemi economici.
Subito si è messo in moto il territorio, con due marce, a dicembre 2018 e a marzo 2019, promosse da Comunità solidali e dal comune di Collepardo, per scongiurare l’arrivo dei teocon e lo snaturamento della certosa. E poi la sinistra, locale e nazionale, con un’interpellanza parlamentare di Fratoianni, che sollevava le irregolarità ora sanzionate dal Mibac.
«L’AVVIO DELL’ITER DI REVOCA è una bellissima notizia. È una vittoria della legalità, del buonsenso e delle popolazioni di quel territorio che si erano viste scippate un bene comune di cosi inestimabile importanza e bellezza», dichiara Fratoianni. Entro metà luglio la revoca dovrebbe essere operativa. Anche se poi Dhi potrebbe fare ricorso e far allungare i tempi. Intanto sta indagando la Corte dei conti: sotto la lente dei magistrati amministrativi ci sono le garanzie finanziarie assicurate da Bannon & Co.
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