In Veneto si sono verificate per anni discriminazioni sanitarie nei confronti di bambini stranieri. È quanto ha stabilito il Tribunale di Venezia condannando la Regione e la Ulss 3 Serenissima a garantire «un servizio ambulatoriale pediatrico pubblico accessibile gratuitamente equiparabile al pediatra di libera scelta cui dà diritto l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale».

La problematica è antica e affonda le radici nel fatto che i minori stranieri comunitari ed extracomunitari non regolarmente soggiornanti, cioè figli di persone che non hanno mai avuto o hanno perso il permesso di soggiorno, non possono ottenere un codice fiscale e iscriversi al Ssn. Per loro, quindi, le prestazioni sanitarie passano esclusivamente per i pronto soccorso ospedalieri, senza possibilità di usufruire delle visite e dell’assistenza costante di un pediatra.

QUESTO FENOMENO è stato rilevato nel corso degli anni dal lavoro di base del poliambutorio Emergency di Porto Marghera, che è entrato in contatto con numerosi minori che non avevano la possibilità di usufruire degli stessi servizi medici riservati ai loro coetanei italiani o comunque in regola con i documenti di soggiorno.

Il numero 6 di via Giovanni Battista Varè è dal 2012 un punto di riferimento per chi non ha una tessera sanitaria: senza fissa dimora italiani, cittadini comunitari che mancano di qualche requisito, stranieri irregolari. Nella palazzina bianca con gli archi rossi è garantita l’assistenza odontoiatrica, sono fornite dentiere e occhiali e c’è anche un servizio di medicina generale che nel 2019 ha accolto oltre 2mila persone. Tra loro molti minori.

«NON AVERE UN PEDIATRA significa non poter accedere a tutta una serie di visite periodiche, i bilanci di salute, per controllare la crescita dei bambini – dice Maria Teresa Laruina, mediatrice culturale nel poliambulatorio – La questione non riguarda solo chi ha patologie gravi. Il tema è anche la prevenzione e la capacità di intercettare presto eventuali problemi, per intervenire prontamente ed evitare che si aggravino. Assistere i bambini significa anche non lasciare sole le famiglie, e soprattutto le mamme, su questioni fondamentali come l’alimentazione o le vaccinazioni».

Oltre a essere un tema di umanità e civiltà, l’eguale assistenza sanitaria a tutti i minori è anche un dovere giuridico dello Stato. Lo prevedono norme di diversa natura che si distribuiscono su tutto lo spettro delle fonti giuridiche, dal livello regionale a quello nazionale, fino alla Convenzione sui diritti del fanciullo firmata a New York il 20 novembre del 1989. Questa, scrive nella sentenza la giudice Margherita Bortolaso, «non ammette alcuna possibile distinzione tra i minorenni in base alla loro origine nazionale o con riferimento alla loro condizione amministrativa di irregolarità di soggiorno, quindi esclude differenze di trattamento con riguardo agli irregolari extracomunitari e comunitari».

«DA UN PUNTO DI VISTA giuridico è pacifico che tutti i minori devono avere pieno accesso alle cure mediche – afferma l’avvocato Marco Paggi, dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (Asgi) – Nonostante ciò il poliambulatorio di Marghera ha rilevato una condotta discriminatoria da parte delle istituzioni pubbliche. Dopo ripetute diffide per casi individuali e avendo constatato il carattere di sistematicità del fenomeno abbiamo fatto ricorso come Asgi contro Regione Veneto e Ussl 3 Serenissima per discriminazione».

Il tribunale veneziano ha accertato il carattere discriminatorio del mancato riconoscimento del pediatra ai minori irregolari e condannato i due enti. Dovranno istituire un servizio ambulatoriale dedicato e modificare le linee guida dei servizi sanitari. Una vittoria importante, soprattutto durante la pandemia da Covid-19.

«L’UNIVERSALITÀ dell’accesso alle cure è un vantaggio per tutta la comunità – afferma Laruina – Questo vale anche per gli adulti che non riescono a ottenere la tessera sanitaria e quindi si trovano senza medico di base. Riuscire a garantire un tampone e a fare ottenere loro i risultati è molto complesso. In questo campo ci sono ancora tante problematiche non risolte».