Balneari, governo arenato. Altri 4 miliardi per le bollette
Consiglio dei Ministri Prossimi nodi da discutere. Superbonus, allo studio correttivi sulla cessione del credito
Consiglio dei Ministri Prossimi nodi da discutere. Superbonus, allo studio correttivi sulla cessione del credito
Concessioni balneari, Superbonus, caro energia: anche al netto della riforma del Csm l’agenda di Draghi per la «ripartenza» dopo la pausa quirinalizia è fitta di spine. La prima è la proroga sino al 2034 delle concessioni balneari. La Ue la boccia, il Consiglio di Stato la affossa, la procedura d’infrazione europea per mancata applicazione della direttiva Bolkenstein, notificata già nel dicembre 2020 con una lettera resa pubblica solo qualche settimana fa, è dietro l’angolo. Le concessioni, insiste la Ue, non si possono rinnovare automaticamente: dunque sotto con le gare. Ma la Lega fa muro, Forza Italia, dall’interno della maggioranza, la spalleggia, FdI, dall’esterno, aggiunge il suo carico da 11 e preme più che può.
La scelta dovrebbe essere fatta nel prossimo consiglio dei ministri, convocato per venerdì. Complice il corposo capitolo Csm è probabile che slitti. Per sciogliere il nodo, Draghi e il sottosegretario Garofoli, hanno incontrato ieri i ministri leghisti Giorgetti, in call per Covid, e Garavaglia. Alla fine il comunicato è distensivo e sembra dire che la Lega ha segnato un punto: «L’impegno condiviso è arrivare a una proposta che tuteli il settore e tenga conto delle varie complessità emerse». Il Carroccio è soddisfatto: «Incontro interlocutorio e costruttivo alla ricerca di una soluzione il più condivisa possibile». Come farà Draghi a quadrare il cerchio, però, al momento non è chiaro. Palazzo Chigi fa sapere che «le interlocuzioni proseguiranno nei prossimi giorni con i soggetti competenti». Difficile dunque che si arrivi a un punto fermo venerdì.
Che nella maggioranza ci siano divisioni profonde anche su questo fronte era scontato. Più singolare il fatto che a duellare contro la destra sia soprattutto il ministro dell’Agricoltura e capodelegazione 5 Stelle Stefano Patuanelli. In mattinata rilascia una dichiarazione sintetica ed esplosiva che scatena le ire del presidente di Assobalneari Licordari. «Come Movimento lo chiediamo da sempre.
Le gare devono essere fatte», taglia corto Patuanelli. Per la verità «come Movimento» i 5S avevano appoggiato in pieno la proroga fino al 2034 e, come ministro, Patuanelli faceva già parte dell’esecutivo Conte 2, che il 4 febbraio 2021 aveva risposto alla lettera di messa in mora di Bruxelles con un dossier di 26 pagine in cui ne contestava le conclusioni e chiedeva di ridiscutere la proroga. Lettera alla quale, peraltro, non è mai arrivata alcuna risposta. Si può capire quindi perché Assobalneari si proclami «stupita e incredula» per l’intemerata di Pantuanelli. Ma si sa che i 5 Stelle sono fatti così.
Sul Superbonus il labirinto è altrettanto tortuoso. Per evitare le truffe, che sono una realtà di massa e non una infondata paura del governo, il Sostegni-ter ha ristretto di parecchio la possibilità di ottenere la cessione del credito maturato per gli interventi edilizi. Così però, secondo il medesimo Patuanelli, sono stati «bloccati completamente migliaia di interventi». Quindi il ministro dell’Agricoltura reclama «un decreto correttivo e un prolungamento del Superbonus per le monofamiliari, visti i due mesi di stop subiti». Tenendo conto della massima impopolarità di cui gode il Superbonus sia a palazzo Chigi che al Mef, si può facilmente immaginare con quanto entusiasmo Draghi e il ministro Franco abbiano accolto la richiesta.
Infine il caro energia, che tra tutti i problemi è il più preoccupante. Il nuovo intervento di sostegno, il terzo consecutivo, ci sarà e dovrebbe essere varato la settimana prossima. Sarà di 4 miliardi, dunque un po’ più lieve dei precedenti, ma Draghi è deciso a evitare lo scostamento di bilancio. Ma da dove arriveranno le risorse non è ancora certo e dunque anche l’entità dell’intervento potrebbe variare. Il punto chiave, però, è che, con o senza scostamento, non è pensabile l’erogazione di 4-5 miliardi ogni 3 mesi. Passata l’emergenza della bolletta di marzo il governo dovrà decidersi ad affrontare il problema con una strategia di più ampio respiro.
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