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Bahrain, nuove proteste per l’arresto di Ali Salman

Bahrain, nuove proteste per l’arresto di Ali SalmanAli Salman

Manama Il capo di al Wefaq, principale partito d'opposizione, è stato arrestato per aver partecipato a una manifestazione non autorizzata contro le elezioni-farsa che si sono tenute il mese scorso nel regno degli al Khalifa

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 30 dicembre 2014

Proseguono scontri e manifestazioni e allo stesso tempo si moltiplicano anche gli appelli per la liberazione di Ali Salman, capo del principale gruppo di opposizione in Bahrain, Al Wefaq, arrestato due giorni fa per aver partecipato a una manifestazione contro le recenti elezioni elezioni legislative, boicottate dalla maggioranza sciita. A chiederne la scarcerazione immediata sono le organizzazioni per i diritti umani ed esponenti e movimenti sciiti di tutta la regione, fra cui quello libanese Hezbollah. Ali Salman è accusato di incitamento all’odio contro il governo e di volerlo rovesciare, accuse incomprensibili poichè il leader di Al Wefaq è noto come moderato, favorevole alla instaurazione in Bahrain di una monarchia costituzionale e non di una rivoluzione in nome della repubblica. Ha anche appoggiato il “dialogo nazionale” che si è svolto fino a qualche mese fa tra monarchia e opposizione. Dopo il suo arresto ci sono stati scontri violenti tra manifestanti e polizia, che hanno portato all’arresto di 56 persone fra cui cinque ragazzi. Scontri proseguiti oggi nelle periferie sciite della capitale Namana. Nelle carceri si trovano, calcola il Centro del Bahrain per i diritti umani, circa 3000 detenuti politici. Il Bahrain è un’isola-stato a maggioranza sciita ma governata dalla monarchia assoluta sunnita degli Al Khalifa. Il voto dello scorso 30 novembre ha assegnato 27 seggi ai sunniti, tra cui due salafiti e due esponenti dei Fratelli musulmani, e a 13 sciiti, nonostante il boicottaggio.

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