Cabina di regia informale, ieri, sul Sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, presente la ministra per il Sud Carfagna mentre il sindaco di Napoli Manfredi (commissario per la bonifica del Sin) era in collegamento causa Covid. In vista del prossimo incontro, sono state messi sul tavolo i nodi da affrontare. Al primo posto la rimozione della colmata a mare: «Una priorità assoluta per restituire quanto prima gli arenili alla fruizione dei napoletani, così si renderanno conto che stiamo passando dalle promesse ai fatti – ha sottolineato Carfagna -. C’è una legge dello Stato che lo prevede».

Poi ci sono diverse centinaia di milioni di contenzioso sui suoli che si trascina, come le bonifiche, da 30 anni. In vista delle elezioni del 2023, l’idea è accelerare sui progetti per sfruttarne il ritorno politico così non solo l’area deve tornare fruibile ma anche diventare «autosufficiente dal punto di vista energetico – ha spiegato la ministra -, un punto che ha anche un valore simbolico: trasformare il sito da inquinato a modello di energia pulita». Infine Città della scienza: un incendio doloso l’ha distrutta nel 2013, i responsabili mai individuati del tutto e sembra che a nessuno interessi sapere chi e perché l’ha distrutta. Finalmente però il management ha capitolato: verrà ricostruita ma più su rispetto alla linea di costa (che deve interamente tornare balneabile), cioè nell’attuale area parcheggio che è già bonificata. Manfredi ha aggiunto un elemento nuovo, rendere fruibili gli spazi man mano che si rendono utilizzabili: per luglio sarà finita la bonifica dell’amianto, verrà affidato il progetto di Porta del Parco, saranno aperti pontile, pinetina e parcheggio. Dovrebbe poi partire il prolungamento della Linea 6 della metro.

Resta ancora un dato da chiarire: «La bonifica a mare va insieme alla rimozione della colmata – ha sottolineato il sindaco -. Un lavoro che si sta facendo con Ispra e ministero dell’Ambiente. A valle di questo saremo in grado di prendere decisioni, dare risposte su quanto costa questa operazione e su quali sono i posti dove si può mandare in discarica il materiale». Rispetto all’allarme di gennaio («per le bonifiche manca un miliardo») il clima ieri è sembrato più disteso e anche i contenziosi sembrano in via di definizione a partire da Fintecna, spa di Cassa depositi e prestiti, che vanta un credito di 80 milioni certificato a marzo da una sentenza.

Dieci giorni fa si è riunito l’Osservatorio popolare di Bagnoli, che ha vigilato sulle operazioni di bonifica oggetto di un lungo processo che ha assolto politici e vertici ma non ha potuto cancellare l’enorme spreco di risorse in un sito tuttora inquinato: «Vogliamo risposte chiare – la posizione degli attivisti – piuttosto che dichiarazioni contraddittorie da parte della struttura commissariale riguardo improvvise mancanze di fondi. I due prossimi bandi di gara riguardano il lotto fondiario 2 e il Parco dello sport: bandi che dovranno contenere clausole sociali per l’inserimento al lavoro. La popolazione, dopo anni di false bonifiche, truffe, amianto, ha il diritto di poter controllare le operazioni, di poter lavorare all’interno di quelle aree come restituzione di anni e anni di attesa, devastazione ambientale e morte».