Bagnoli aspetta Cantone, ma il governo fa slittare la nomina
Napoli Il consiglio ministri mette a punto i poteri del futuro commissario dell’ex area industriale. De Magistris resta contrario alla nomina
Napoli Il consiglio ministri mette a punto i poteri del futuro commissario dell’ex area industriale. De Magistris resta contrario alla nomina
La nomina del presidente dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone, a commissario del sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio era attesa per ieri sera. Il consiglio dei ministri avrebbe dovuto procedere, c’era già il sì del diretto interessato e un giro di telefonate, anche con il governatore Stefano Caldoro, aveva aperto la strada all’incarico. Poi però si è fatta strada l’esigenza di limare l’architettura giuridica del testo così la pratica non si era ancora sbloccata. Perché il provvedimento non avrà vita facile.
Il braccio di ferro tra governo e comune di Napoli su Bagnoli va avanti da mesi: a ferragosto Matteo Renzi si era presentato a Città della Scienza per firmare l’accordo di programma quadro (apq) sulla bonifica, quindici giorni e il testo diventa carta straccia grazie al commissariamento previsto nello Sblocca Italia, con tanto di norme che consentono di cancellare il piano regolatore. Il premier predicava velocità e immaginava un vertice manageriale, magari preso da Fintecna che, insieme alla Cementir di Caltagirone, è interessata alla trasformazione urbana dei suoli. Sono passati sei mesi, il premier a novembre non è tornato a Bagnoli come promesso visto la contrarietà del quartiere e l’ostilità dell’amministrazione, le regionali sono alle porte: imporre un manager darebbe un’arma alla sinistra che compete col Pd alle elezioni di maggio. La nomina di Raffaele Cantone (il candidato che Renzi avrebbe voluto contro il governatore Caldoro) serve a rimettere in moto la pratica Bagnoli senza arrivare allo scontro frontale con il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris.
La voce del possibile incarico circolava da tempo, lunedì l’ex pm aveva puntualizzato: «Saremo contro la nomina di un commissario anche qualora venga nominata una persona perbene e autorevole, anche se si trattasse di Cantone con cui ci sarebbe, oltre all’amicizia, dialogo istituzionale. L’amministrazione è contro una norma che è costituzionalmente illegittima, che espropria il comune». Il giorno successivo era arrivata la dichiarazione dello stesso Cantone: «Se ci sarà spazio per svolgere un’attività consona al mio ruolo di presidente dell’autorità anticorruzione potrei dire sì. Ma immagino un ruolo di controllo e non di gestione. Ho letto le dichiarazioni di de Magistris, credo che lui rivendichi un ruolo della città che va riconosciuto».
Il conflitto però resta intatto sul tavolo: al commissario spetterà nominare il soggetto attuatore tramite gara a evidenza pubblica. È il soggetto attuatore che dovrà predisporre il piano, anche in deroga alle norme urbanistiche approvate dal comune. Questo è il nodo da sciogliere: o si lavorerà con l’amministrazione o si procederà forzando la mano, aprendo eventualmente la strada a ricorsi. Intanto il vicesindaco Tommaso Sodano sta lavorando a un nuovo apq con il ministero dell’Ambiente per superare la questione bonifiche: il sito è sequestrato (c’è un’inchiesta in corso che coinvolge la precedente amministrazione e gli ex vertici della società di trasformazione urbana Bagnolifutura), per ora ci sono 45milioni per stabilire il reale livello di inquinamento e procedere alla bonifica dell’area attraverso l’Ispra e la Sogesid. Cosa ne sarà della banchina che veniva utilizzata per carico e scarico (lasciarla aumenterebbe le cubature edificabili)? «La colmata va rimossa – spiega Sodano – perché lo stabilisce la legge. Se si vuole lasciarla bisogna passare dal parlamento».
Contraria al commissario anche la candidata pentastellata a governatore Valeria Ciarambino: «Quella di Cantone la considero una nomina di marketing che cambia poco al futuro dell’area occidentale di Napoli. È una nomina che Renzi fa per togliersi la patata bollente di Bagnoli. Ho grande stima per Cantone ma siamo stanchi dei commissari straordinari». Lunedì i comitati e gli attivisti arriveranno in corteo al consiglio comunale per protestare contro le decisioni del governo: «Opporremo tutte le forze che abbiamo in campo, non fa differenza il nome del commissario. Non ci opponiamo perché siamo immobilisti ma perché chiediamo per Bagnoli democrazia, bonifica e lavoro stabile e sicuro. Invece è in atto un tentativo di modificare i piani regolatori in direzione di un’ulteriore speculazione e cementificazione del territorio. Se il sindaco si opporrà lo farà anche con noi».
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