Cultura

Backstage d’artista

Backstage d’artista

Arte Lavoro Tempo Dietro le quinte di un’opera c’è uno spazio nel quale l’artista si muove per dare luce e forma al silenzio

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 22 dicembre 2021

Essere artista non è certo difficile solo a causa della pandemia. Chi ha fatto questa scelta ha già messo in conto di passare il tempo a difendersi e a difendere le proprie opere. Nonostante il vasto patrimonio diffuso sul suo territorio, l’Italia non sostiene l’arte come accade in altri paesi (per esempio in Germania con la Künstlersozialkasse). Tramontata quasi del tutto la figura del mecenate, da tempo si è smesso di riconoscere quella di artista come una professione, costringendo chiunque la pratichi ad affrontare numerosi ostacoli per permettersi uno spazio di produzione e poi per proporre al pubblico le opere. Il lockdown, dunque, non ha fatto altro che far precipitare una situazione già precaria. 

ALT vuole essere per le artiste e gli artisti emergenti, lo spazio che è venuto a mancare, una “vetrina virtuale”, la possibilità di raccontare il proprio lavoro: non solo l’opera “finita” ma tutto il processo necessario alla sua realizzazione, e il tempo, ovvero la disciplina quotidiana che si nasconde dietro ogni creazione. Arte, Lavoro, Tempo, cioè ALT. Ognuno è invitato a rispondere a 9 domande: 3 sulle diverse aree tematiche. Le risposte consistono in immagini di qualsiasi tipo o video della durata massima di 1 minuto. L’artista “espone” al lettore/spettatore la sua ricerca in maniera visiva, usando il proprio linguaggio, in modo tale da creare una piccola mostra audiovisiva, digitale e interattiva.

Lo speciale di oggi è dedicato alle artiste e agli artisti che hanno partecipato ad ALT negli scorsi mesi. L’intenzione è quella di unire il pubblico fedele alla carta a quello digitale, con una speranza: che i lettori digitali, che più raramente comprano il giornale, siano stimolati dalla nuova esperienza e dai diversi modi di lettura, si va infatti dall’orizzontale al verticale. Condotti per mano tra un qrcode e l’altro scopriranno via via l’inserto, acquisendo anche l’idea che un’opera artistica in generale non debba avere esclusivamente una lettura “lineare”.

Il nostro è un tentativo di attrarre un pubblico più vasto intorno a un argomento che, in teoria, non dovrebbe essere “di nicchia” ma che dovrebbe riguardare tutti perché parla del nostro presente, svelando i segreti del fare quotidiano che attiene al mestiere “artista”. 

Il nuovo appuntamento allora sarà per gennaio con l’uscita della nostra prima ospite Federica Di Carlo (1984). Lavora tra Milano e Roma. La sua pratica si muove al confine tra arte e scienza, per la realizzazione dei suoi lavori collabora con scienziati e fisici dei vari centri di ricerca nazionali e internazionali. Aggiornamenti in corso… E per saperne di più iscrivetevi alla newsletter che troverete nel percorso dei qrcode. 

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