Babenheimer e le polemiche giapponesi
Maboroshi Nessuno dei due film è ancora uscito nel paese, eppure Barbie e Oppenheimer sono già al centro di accese discussioni.
Maboroshi Nessuno dei due film è ancora uscito nel paese, eppure Barbie e Oppenheimer sono già al centro di accese discussioni.
Nessuno dei due film è ancora uscito nel paese, eppure Barbie e Oppenheimer, o meglio il fenomeno mediatico legato all’uscita contemporanea di questi lungometraggi, Barbenheimer, ha già sollevato polemiche in Giappone. Per capire bene di che si tratta bisogna fare un passo indietro e descrivere il contesto. Ogni anno in estate e specialmente in agosto, nell’arcipelago vengono proiettati film e talvolta anche organizzate retrospettive che esplorano il tema degli orrori della Seconda Guerra Mondiale, vista da ambo le parti, dei suoi lasciti e naturalmente della doppia tragedia di Hiroshima e Nagasaki. Sono i cinema più indipendenti che portano avanti questa «tradizione», talvolta con film di qualche decennio fa, o altre volte con opere più vicine a noi, l’esempio più importante di quest’ultimo filone è Fires on the Plain di Shin’ya Tsukamoto che da quando è uscito continua ad essere proiettato in alcuni teatri del Sol Levante ogni agosto. Il regista giapponese persevera in questo suo impegno, quasi una missione, nel mostrare gli effetti delle guerre anche con Hokage, lungometraggio che porterà a Venezia.
COME si scriveva in apertura, nessuno dei due film del momento è uscito in Giappone, Barbie arriverà nelle sale l’11 agosto, mentre per Oppenheimer non è stata ancora decisa una data. La scelta relativa a quest’ultimo pare abbastanza sensata, visto che le due bombe atomiche furono sganciate proprio in agosto, senza considerare il fatto che il mese è di solito anche il periodo in cui si ricordano gli antenati. A questo va aggiunto che solitamente la maggioranza dei film non giapponesi viene distribuita nell’arcipelago anche con mesi di ritardo, per lasciare più spazio ai film di casa o per altre ragioni logistiche e di convenienza distributiva.
Quello che non pare sensato sono state alcune le scelte fatte dall’apparato mediatico di Barbie, durante questa settimana infatti, ha fatto tendenza sui social giapponesi l’hashtag #NoBarbenheimer. Ciò che ha destato indignazione sono stati i meme celebratori creati da fan in occasione dell’uscita ed del successo comune dei due film, Oppenheimer che tiene in braccio una Margot Robbie sorridente con in sottofondo l’olocausto nucleare o la stessa Barbie con una capigliatura a fungo, ad indicare la forma dell’esplosione atomica. Le obiezioni e le critiche giapponesi non riguardano il film su Oppenheimer, che come abbiamo scritto deve ancora uscire, e cosa ancora più importante, non sono motivate da visioni nazionalistiche della Seconda Guerra Mondiale.
IL MESSAGGIO è semplice ma netto, è di cattivo gusto nonché irrispettoso che l’account ufficiale di Barbie su Twitter (X) abbia interagito in maniera positiva e giocosa con immagini che trattano la tragedia delle due bombe atomiche in maniera così superficiale e leggera. Vale la pena di precisarlo ancora, anche se una minima parte della popolazione giapponese usa periodicamente agosto per rinfocolare nazionalismi e fetide nostalgie imperialiste, il mese estivo è per la maggioranza dei giapponesi carico di un sentimento di riflessione nei confronti delle tragedie causate dalle guerre, qualsiasi essa sia.
Warner Brothers Japan alcuni giorni fa è stata pronta a rilasciare delle dichiarazioni di scuse riguardo all’accaduto, chiedendo alla casa madre statunitense di rispondere e risolvere la situazione. Nella giornata del trentun luglio sono arrivate alla fine le scuse dalla casa madre statunitense, tramite la rivista online Deadline, in cui la Warner Brothers si rammarica per il modo insensibile con cui ha trattato l’argomento, offrendo le più sentite scuse.
matteo.boscarol@gmail.com
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