Avanguardia e psicoanalisi, i cinquant’anni delle Moline
A teatro L'anniversario del teatro dove avevano iniziato i loro spettacolo Marinella Manicardi e Luigi Gozzi, riporta in scena "Freud e il caso di Dora".
A teatro L'anniversario del teatro dove avevano iniziato i loro spettacolo Marinella Manicardi e Luigi Gozzi, riporta in scena "Freud e il caso di Dora".
A chi sarebbe mai venuto in mente di farci un teatro in quello stanzone al piano terra del cinquecentesco palazzo Bentivoglio, pur se in quegli anni pieni di fracasso, parliamo della metà del decennio settanta, non ci si poneva tanto il problema. Possiamo scegliere un qualsiasi spazio vuoto e dire che è un palcoscenico, insegnavano i maestri. Qualcuno li chiamava cantine, ma era una definizione pigra e posticcia. Quello che oggi può stupire è che sia ancora lì, il teatro delle Moline, quando tutto intorno è cambiato e non si parla solo della libreria che nella piccola strada dove si affaccia l’ingresso ha lasciato il posto a una distesa di posti dove mangiare.
A tirare a strascico la rete della memoria tornano in mente spettacoli un po’ notturni, che non disdegnavano l’impianto avanguardista degli inizi ma avevano poi preso una diversa piega drammaturgica
DUNQUE COMPIE cinquant’anni il caro teatrino dove avevano iniziato a fare i loro spettacoli Marinella Manicardi e Luigi Gozzi. Lei attrice; lui regista e drammaturgo, personalità asprigna, allievo di Luciano Anceschi all’università, partecipe ventenne alle esperienze del Gruppo 63 prima di dedicarsi al teatro. Non era facile accostarglisi anche per chi lo faceva con attenzione e rispetto. La compagnia si chiamava allora Teatro nuova edizione. A tirare a strascico la rete della memoria tornano in mente spettacoli un po’ notturni, che non disdegnavano l’impianto avanguardista degli inizi ma avevano poi preso una diversa piega drammaturgica, l’interesse per temi anomali rispetto alla prassi consolidata. La psicoanalisi, la devianza, il mesmerismo… Gozzi è scomparso nel 2008. A festeggiare l’anniversario del teatro è rimasta Manicardi e lo fa come può e deve farlo il teatro, con il teatro. Cioè rimettendo in scena uno degli spettacoli simbolo di quelle lontane Moline, Freud e il caso di Dora, ovvero il primo (nel 1979) dedicato ai casi freudiani – dopo verrà anche Anna O. C’è evidentemente una teatralità intrinseca di queste vicende, dove il divano dello psicoanalista diventa in qualche modo un sostitutivo della scena teatrale. Ma anche una palese contraddizione, laddove la «spiegazione» a cui tende la vulgata psicoanalitica va dalla parte opposta rispetto a un teatro che di «interpretazioni» non sa che farsene.
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