Politica

Autoriciclaggio e depistaggio nella bilancia del Nazareno

Autoriciclaggio e depistaggio nella bilancia del NazarenoIl ministro della Giustizia, Andrea Orlando

Giustizia Inquinamento processuale: Fi protesta per il sì alla camera. Orlando contestato da M5S, sindacati e Libera per il ddl sul lavaggio di proventi illeciti

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 25 settembre 2014

«La formulazione delle norme sull’autoriciclaggio contenute nel disegno di legge approvato dal governo il 29 agosto scorso rappresenta un grave passo indietro nella lotta alla corruzione e alla criminalità economica e mafiosa del nostro Paese». È una netta bocciatura, quella che viene da Cgil Cisl e Uil e dall’associazione Libera, al testo, reso pubblico martedì sera, dell’articolo che introduce nel nostro codice penale il reato di autoriciclaggio, finora inesistente. Un testo che se per il Guardasigilli Andrea Orlando è «un fatto storico che spezza un tabù», per il M5S è invece la prova provata che «nel patto del Nazareno c’è anche la riforma della Giustizia». E in effetti Forza Italia se ne guarda bene dal criticare quello che per molti è un inaccettabile «annacquamento» della norma, un mezzo tradimento da parte del titolare di via Arenula che solo una settimana fa aveva garantito «nessuna marcia indietro» su uno dei reati più indigesti ai berluscones.

Apriti cielo invece non appena ieri la Camera ha dato il primo via libera (con 351 sì, 50 no e 26 astenuti) all’introduzione del reato di depistaggio e di inquinamento processuale che tanto è mancato in casi come ad esempio quello di Ustica, dove il reato formulato per accusare i generali dell’Aeronautica (tutti definitivamente assolti) fu «attentato agli organi costituzionali». Per il capogruppo dei deputati di Fi, Renato Brunetta, si tratta di «un provvedimento liberticida, un abominio per il nostro stato di diritto», un regalo al «partito delle procure» «che fornisce ai magistrati e ai pm uno strumento spaventoso per condizionare l’accertamento della verità», e che può tradursi nel «potere assoluto del pm di stabilire quale sia la linea corretta dell’indagine».

E mentre Fi si prepara a cambiare la legge in Senato, per il Pd il reato di depistaggio è uno strumento «che dovevamo alla storia del nostro Paese», come dice Walter Verini, capogruppo in commissione Giustizia e relatore della norma. Dunque, a seguire il ragionamento dei grillini, si potrebbe pensare ai due reati – autoriciclaggio e depistaggio – come elementi contrapposti nella bilancia degli equilibri politici.

Partendo dal primo: l’articolo 3 del dll per il «contrasto alla criminalità organizzata e ai patrimoni illeciti» prevede da 2 a 8 anni di reclusione e multe da 5 mila a 25 mila euro per chi «trasferisce» o «impiega in attività economiche o finanziarie denaro, beni o altre utilità provenienti dalla commissione» di delitti non colposi punibili con pena edittale massima non inferiore ai 5 anni di reclusione.

Secondo Libera e Cgil-Cisl-Uil, che chiedono al governo di fare «un passo indietro», questo limite «taglierebbe fuori dalla contestazione dell’autoriciclaggio molti delitti, tra i quali quelli di corruzione, di truffa, di appropriazione indebita e la totalità dei reati in materia di evasione fiscale»: «Un evasore fiscale che con i soldi sottratti al fisco si compra una villa, solo per fare un esempio – spiegano in una nota – invece di vedersi contestare anche il delitto di autoriciclaggio, reclusione compresa, con il testo approvato dal governo la farebbe franca». Non solo: il comma 2 dell’articolo 648 quater che verrebbe introdotto nel codice penale, secondo il testo governativo, prevede la non punibilità quando «il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla utilizzazione o al godimento personale». Norma che «finirebbe per vanificare i processi anche nei casi di mafia, e comprometterebbe l’efficacia delle norme sull’aggressione ai patrimoni accumulati illecitamente».

Di contro, per il ministro Orlando, che rivendica anche il ritorno alla procedibilità d’ufficio per il falso in bilancio nel suo ddl, ottenuto «senza alcuna mediazione con nessuno», la legge sull’autoriciclaggio è «il superamento di un tabù, perché per molti anni si è sostenuto il rifiuto della doppia punibilità di determinati illeciti».

Riguardo invece all’introduzione del reato autonomo di depistaggio e inquinamento processuale, la legge che passa ora all’esame del Senato prevede che venga punito da 2 a 8 anni chiunque manomette, «altera o forma», «distrugge, sopprime, occulta o rende comunque inservibili» documenti o oggetti che possano essere prova di un reato allo scopo di ostacolare o impedire indagini o processi. La pena è aumentata fino alla metà se a depistare è un pubblico ufficiale, e arriva al massimo (6-12 anni di carcere) se il reato riguarda processi per stragi e terrorismo, mafia e associazioni segrete, traffico di armi e materiale nucleare, chimico o biologico, o altri gravi delitti come la tratta di persone e il sequestro a scopo estorsivo. Nella forma aggravata, il depistaggio comporta il raddoppio dei termini di prescrizione.

Secondo i berlusconiani, chiunque potrebbe essere accusato di aver manomesso le prove di un reato che il pm non riesce a dimostrare. Può darsi. Ma viceversa, spiega Verini, le stragi di Bologna, Ustica, piazza Fontana, l’Italicus e piazza della Loggia rimarrebbero «solo nella memoria collettiva». La coperta è corta. L’astio contro la magistratura troppo lungo.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.



I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento