Aumenti zero: altro sciopero nel trasporto pubblico
Mobilitazioni Sindacali Dopo la protesta di gennaio la trattativa non è ripartita. Le imprese non vogliono aumentare i salari del contratto scaduto a fine 2017
Mobilitazioni Sindacali Dopo la protesta di gennaio la trattativa non è ripartita. Le imprese non vogliono aumentare i salari del contratto scaduto a fine 2017
I mesi passano, la posizione delle imprese non cambia: nessun aumento salariale. Oggi dunque i lavoratori del trasporto pubblico locale (Tpl) tornano a scioperare come già successo il 14 gennaio con «un’adesione quasi totale».
Uno sciopero nazionale di 24 ore proclamato unitariamente da Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Faisa Cisal e Ugla per «il rifiuto delle associazioni datoriali Asstra, Agens e Anav di entrare nel merito di una reale trattativa per il rinnovo del contratto collettivo nazionale Autoferrotranvieri Internavigatori (Mobilità Tpl) e per il miglioramento delle condizioni lavorative, sia normative che salariali».
La trattativa con Asstra è bloccata e i sindacati denunciano la volontà delle imprese di non riconoscere alcun aumento su stipendi da 1.200 euro al mese poco dignitosi per le grandi responsabilità degli autisti, specie durante la pandemia. Il contratto Tpl è scaduto il 31 dicembre 2017 con un solo accordo ponte fino al 2020 che ha regolato solo un arretrato economico per il triennio già trascorso.
«Lo sciopero – proseguono le organizzazioni sindacali – è per un diritto non più rinviabile per tutti i lavoratori e le lavoratrici del settore e per garantire un servizio di qualità per tutti gli utenti che domani vivranno dei disagi. C’è infatti la questione del salario basso che, a fronte di elevate responsabilità, di costi per la formazione e del rischio aggressioni ormai quotidiane, è alla base della difficoltà di trovare autisti nel settore». Lo sciopero – riferiscono infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Autoferrotranvieri – si svolgerà nel rispetto delle fasce di garanzia e sarà articolato secondo modalità locali. Questi gli orari dello stop di bus, tram e metropolitane in alcune delle principali città: Torino dalle 9 alle 12 e dalle 15 a fine servizio; Milano dalle 8.45 alle 15 e dalle 18 a fine servizio; Venezia Mestre 9 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio ; Bologna dalle 8.30 alle 16.30 e dalle 19.30 a fine servizio; Firenze dalle 9.15 alle 11.45 e dalle 15.15 a fine servizio; Roma dalle 8.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio; Napoli dalle 9.30 alle 17 e dalle 20 a fine servizio; Bari dalle 8.30 alle 12.30 e dalle 15:30 a fine servizio; Reggio Calabria dalle 8 alle 18 e dalle 21 a fine servizio. Nelle principali città si terranno presidi presso le prefetture e le istituzioni locali per sollecitare l’avvio, alla presenza di tutti i soggetti coinvolti, di una sede istituzionale di confronto per sbloccare la trattativa di rinnovo del contratto.
«Pieno sostegno alla sciopero dei lavoratori e delle lavoratrici del trasporto pubblico locale – dichiara il segretario generale della Cgil Maurizio Landini – . Ai lavoratori del settore viene infatti negato da cinque anni il giusto compenso per il lavoro svolto quotidianamente, anche durante la pandemia. Lo sciopero di domani – prosegue il segretario della Cgil – arrecherà inevitabili disagi agli utenti dei mezzi pubblici, ma è indetto anche per garantire a tutti i cittadini un servizio di trasporto pubblico di qualità, affidabile ed accessibile a tutti. Per sbloccare la vertenza e rinnovare il contratto – conclude la Landini – serve, come già richiesto dalle categorie, una sede istituzionale di confronto e un intervento del ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili».
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