La generazione che lesse Mimesis alla fine degli anni Cinquanta e nei primi anni Sessanta incontrò un modo seducente di studiare la letteratura. Il libro di Erich Auerbach sollecitava un’avventura della mente che non aveva precedenti. Non c’erano molti esempi che potessero reggere il confronto con un viaggio vertiginoso dalla ferita di Ulisse al calzerotto della signora Ramsey. L’audacia del progetto era immensa; l’esecuzione mostrava un conoscitore sapiente delle forme e dei linguaggi letterari, difficile da classificare come studioso: sociologo della letteratura? O esponente della critica stilistica? Oppure storico delle idee? A distanza di tempo, Auerbach è ancora un autore...