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Attraversare i generi lungo i quindici anni della vita di Jodie

Attraversare i generi lungo i quindici anni della vita di Jodie

Game: Beyond Two Souls Si passa da un ricordo all’altro come se si stesse passeggiando in un museo interattivo dei generi, della letteratura, del cinema e del videogioco

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 26 ottobre 2013

Beyond presenta situazioni e ambienti eterogenei per emulare la naturale diversità in quindici anni di vita del personaggio. Il gioco è un viaggio emozionale e naturale intorno al mondo”, così scrive David Cage per commentare l’immagine del sole che sta tramontando sui profili montuosi, sabbiosi  e fordiani della Monument Valley, uno dei tanti scenari della sua opera. La continua variazione di generi e panorami trasforma la storia di Jodie in una riflessione sulla narrazione attraverso le immagini e sul rapporto dialettico che la visione di una storia intrattiene con la memoria di chi la sta vivendo. Attraverso la messa in scena dei ricordi della protagonista, rappresentati attraverso toni e colori dell’immaginario sempre cangianti, Cage ha inventato un sinfonismo ludico delle emozioni in cui non è solo il racconto e l’empatia con i personaggi giocati a stimolare i sentimenti del giocatore ma le suggestioni soggettive e lo shock emotivo causati dalla variazione dei registri della storia e dello scenario. Sebbene a qualcuno possa sembrare scarna e ripetitiva, forse perché gioca solo con le dita,  la giocabilità di Beyond è invece stratificata, sofisticata e metafisica perché ci fa giocare con gli occhi e con la memoria.

E’ proprio in questo contrappunto ludico tra corpo e cervello, tra senso e intelletto, tra ricordo e immaginazione, tra emozione e azione che Beyond (esclusiva per Playstation 3) rivela la sua unicità e la sua grandezza divenendo la cronaca interattiva di una vita che si fa cornice di quella di tutti e un genere nuovo, che deriva dalla somma di tanti.

C’è il melodramma verista e insieme fantastico del segmento intitolato Homeless, in cui Jodie vive come senzatetto per le strade innevate di un’algida metropoli; la rilettura in chiave soprannaturale delle geografie western quando la ragazza in fuga viene ospitata da una famiglia di indiani Navajo; l’horror ultradimensionale con reminescenze lovecraftiane di creature dall’altrove che invadono la realtà; la commedia domestica di una cena e della sua preparazione; la tragedia intimista di un tentativo di stupro nello squallore macho di un bar; il fanta-thriller adolescenziale alla Stephen King; l’azione avventurosa tra “James Bond e Indiana Jones”; la fantascienza dickiana che specula sullo spazio che non è galattico ma interiore; la lotta alla sopravvivenza di un Rambo donna, esile e disperata, contro il sistema; la cronaca agonistica e sportiva di una corsa d’allenamento e dei combattimenti in palestra.

Si trascorre da un ricordo all’altro di Jodie come se si stesse passeggiando in un museo interattivo dei generi della letteratura, del cinema e del videogioco che hanno contribuito per secoli a raccontare l’umanità che li ha concepiti.

Beyond non è solo l’opera di David Cage ma di tutti coloro che lo giocano e soprattutto dei membri dei Quantic Dream che hanno contribuito alla sua realizzazione con il lavoro, la perizia tecnica e i propri sogni. Lo stesso Cage ha voluto ribadire l’importanza fondamentale dei membri dei Quantic Dream facendoli salire -più di centocinquanta- sul palco del Grand Rex Theatre di Parigi, il cinema colossale e magnifico, nel suo titanico anacronismo, in cui si è svolto il lancio di Beyond: in un mondo dove anche gli sviluppatori dei videogiochi stanno assumendo le pose e i peggiori vizi di protagonismo delle star più egocentriche del cinema, dello sport e della musica è stato un gesto bello e memorabile.

Beyond non sarebbe ciò che è senza l’interpretazione di Ellen Page e Willem Dafoe, attori che hanno lavorato con tutto il talento, la sensibilità e l’intelligenza che ha contraddistinto le loro interpretazioni cinematografiche; essi sono strumenti, in maniera non diversa da come lo è David Cage e tutti i Quantic Dream, strumenti al servizio di una grande storia che deve essere raccontata, o meglio che è necessario raccontare. E se amiamo le belle storie, in qualsiasi forma siano narrate, è necessario giocare a Beyond.

Scrive David Cage: “Con Beyond, il mio obiettivo è stato indurre i giocatori a credere che Jodie Holmes esista, che loro la conoscano nel profondo, perché sanno che cosa ha passato… Sarei felice se, dopo avere finito il gioco e spento la console, in loro nascesse la sensazione di avere perduto qualcuno che conoscevano e amavano, qualcuno di cui avvertiranno la mancanza una volta concluso il gioco ”.

E’ vero, terminare Beyond rende subito nostalgici e tristi, come alla fine di una bella vacanza in terre lontane in cui si lascia un amore che non vedremo più. Ma altri personaggi prenderanno il posto di Jodie nel cuore dei giocatori. Il vero vuoto, quello più tragico e straziante, lo proveremo se il mondo dei videogame, assuefatto alle ragioni più becere dell’industria e al cattivo gusto di pubblico e critica, perdesse un autore come Davide Cage per una meschina media numerica di Metacritic.

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