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Attività didattiche sui generis

Jazz Track Su queste colonne si è già parlato della 577 Records, etichetta newyorkese che documenta quanto si agita nell’avanguardia statunitense ed europea. Tra i suoi ultimi album si distinguono Music Frees […]

Pubblicato più di un anno faEdizione del 15 aprile 2023

Su queste colonne si è già parlato della 577 Records, etichetta newyorkese che documenta quanto si agita nell’avanguardia statunitense ed europea. Tra i suoi ultimi album si distinguono Music Frees Our Souls. Vol. 2 del batterista Francisco Mela (con Cooper-Moore e W. Parker), That’s My Life del trio inglese Paul Dunmall-Paul Rogers-Tony Orrell, A Lifeboat. Part II del duo Michael Sarian-Matthew Putman, l’album dell’Eva Novoa Trio Vol. I (con M. Kamaguchi e G. Cleaver) e un altro gruppo anglosassone (P. Thomas, P. Minton, D. Tucker, R. Turner) in Scatter on a Clear Day Like This. La forza della dinamica etichetta sta anche nella proposta di attività didattiche sui generis, utilizzando l’ampio parco di artisti che incidono per essa e rivolgendosi alla vasta comunità artistica interessata ad approfondire l’improvvisazione radicale. A Canale Monterano (vicino Roma) si è infatti svolto il suo «Sounds of Freedom 2023», un programma di studio per giovani talenti di diverse nazionalità, scelti tra gli emergenti nel panorama di New York. I selezionatori sono nomi di alto prestigio come Daniel Carter, F. Mela, Rachel Musson, Federico Ughi, William Parker, Patricia Nicholson e Leo Genovese (pianista appena premiato ai Grammy Awards per «Best Improvised Jazz Solo Performance»). I selezionati sono la vocalist Luisa Muhr, il sax tenorista Fall Raye, il cornista Abram Mamet, la clarinettista bassa Emily Shapiro, il pianista Raul Carlberg, la contrabbassista Adriana Comacho e il batterista Gary Jones III. Hanno seguito le intensive e immersive attività didattiche Parker, Nicholson, Carter, Musson e Ughi (in veste di coordinatore). L’atto conclusivo del «Sounds of Freedom 2023» (ce ne sarà un altro in autunno in Marocco e nel 2024 l’iniziativa si rinnoverà in Italia) si è svolto il 30 marzo nella galleria d’arte Curva Pura a Roma dove i corsisti hanno interagito con lo spazio e la mostra ospitata (Standard Error di Piotr Hanzelewicz ed Eugenio Scrivano, un allestimento in cui «l’habitat cittadino rivela la propria devianza strutturale»), guidati dalla maestra R. Musson (al sax tenore) e dal magistrale D. Carter (tromba e sax alto). Fra improvvisazioni collettive, soli, duetti e trii, suoni e corpi che si aggiravano, momenti intensi e rarefatti, la musica si è mostrata in tutta la sua potenza espressiva, comunicativa, liberatoria. Suoni di libertà.

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