Trentadue morti nel cuore di Homs, città che dopo il 2011 divenne roccaforte delle opposizioni e nel maggio 2014 teatro della loro sconfitta, con il ritorno del governo. Un doppio attacco kamikaze, rivendicato da Jabhat Fatah al-Sham, il qaedista ex al-Nusra, ha fatto una strage: prima di farsi saltare in aria gli attentatori hanno ingaggiato uno scontro a fuoco di quasi due ore con i militari siriani. Tra le 32 vittime anche uno dei capi dell’intelligence di Damasco, Hassan Daabul, tra i più stretti consiglieri del presidente Assad. Il rimbombo delle esplosioni è risuonato, irrimediabilmente, anche a Ginevra dove da...