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Atlantia, M5s contro Pd: dite se non volete la revoca

Atlantia, M5s contro Pd: dite se non volete la revocaLa sede di Autostrade per l'Italia – Foto LaPresse

Tir e Molla Minacce di crisi sulla decisione che sarà presa nel consiglio dei ministri di martedì. Il premier: serve una proposta irrinunciabile. Scambio di accuse Toninelli-Orlando

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 11 luglio 2020

Benetton in ritirata. Ma basterà al M5s per accettare di non revocare la concessione sulle autostrade ad Atlantia? Questa è la vera partita che si giocherà nel governo nei prossimi giorni.

Ieri Conte, da Venezia, ha usato toni risoluti: «In questi giorni si sta completando la procedura di revoca, che è in corso. C’è stato un incontro presso il ministero delle Infrastrutture, in cui i tecnici del governo hanno rappresentato alla controparte e confermato le ragioni per cui le loro proposte di transazione non sono accettabili. O arriva in extremis una proposta cui il governo non potrà dire di no, perché particolarmente vantaggiosa per la parte pubblica, oppure alla fine – ha concluso – termina con una revoca».

PIÙ POSSIBILISTA LA TITOLARE del dicastero che ha responsabilità in materia: Paola De Micheli: «Abbiamo ancora poche ore per attendere una risposta, credo che Aspi sia nelle condizioni di capire che cosa è quell’interesse pubblico che il presidente Conte ha indicato».

Ma il muro del M5s è alzato. Tra i più «barricaderi» c’è il predecessore di De Micheli, Danilo Toninelli che era ministro delle Infrastrutture quando venne giù il Morandi, che attacca gli alleati di governo: «Il Pd ci ha deluso, perché i tavoli che contano sono quelli del ministero delle Infrastrutture e quello dell’Economia. Loro sono i protagonisti, hanno purtroppo perso tempo», punzecchia l’attuale senatore semplice. Che avverte: «C’è il rischio che ci siano enormi problemi per il governo, ma la domanda sulla tenuta dell’esecutivo va fatta al Partito Democratico» che tra l’altro, insiste, deve dire «quali sono le motivazioni per le quali ritiene che non ci siano le condizioni per la revoca ad Aspi. Per noi è così e iniziamo a innervosirci». Tranchant è pure il viceministro alle Infrastruture Giancarlo Cancelleri, anche lui 5S. «A noi bastano tre cose: fuori i Benetton dalla concessione, la riduzione dei pedaggi autostradali e la delegificazione della concessione stessa».

PICCATA LA REPLICA del vicesegretario del Pd Andrea Orlando: «Il Pd non ha mai chiesto rinvii su questo argomento. I tempi li decide il governo e per noi di tempo ne è passato sin troppo».
Se Leu – con Fassina chiede «la nazionalizzazione», Italia Viva avverte il rischio «lunghi contenziosi legali che pagheranno i giovani» mentre dal centrodestra Meloni propone «un nuovo bando per una nuova concessione»: chissà chi sta sponsorizzando.

La giornata decisiva potrebbe essere martedì quando dovrebbe tenersi il Consiglio dei ministri dedicato al dossier delle concessioni, con la decisione sulla nuova proposta di Autostrade per l’Italia che – come da ultimatum di giovedì – deve arrivare al governo entro domenica. Lunedì infatti è sì previsto un consiglio dei ministri ma ad ora all’ordine del giorno ci sono soltanto leggi regionali.

ATLANTIA INTANTO PREPARA la proposta che dovrebbe contenere la diluizione della quota della famiglia Benetton. La strada sarebbe un aumento di capitale da parte del fondo pubblico F2i assieme a Cassa depositi e prestiti che potrebbe fare una operazione di conversione del debito, mentre l’interessamento degli australiani di Macquarie viene considerato come subordinata successiva.

Ma di quanto dovrebbe essere l’esborso dello stato per fare dei Benetton – che per ora non parlano di vendita delle loro azioni – soci minoritari? Per gli analisti di Equita «il titolo» di Atlantia attualmente declassato a spazzatura «sta scontando una valutazione pre-money (prima dell’aumento di capitale, ndr) di Autostrade per l’Italia di circa 5,5 miliardi di euro». Gli uomini di Atlantia vorrebbero valorizzare in modo pieno la controllata (il cui 12% è stato venduto nel 2017 ad Allianz, Edf e Silk Road sulla base di una valutazione di 15 miliardi circa) mentre il governo punta a minimizzare i costi con cui subentrare ai Benetton che di Atlantia sono azionisti di riferimento con il 30% alla guida della società. Di sicuro l’impegno del governo dovrà essere dell’ordine di parecchi miliardi.

C’È POI IL FRONTE GIUDIZIARIO. Il nuovo ad di Aspi Roberto Tomasi è stato indagato nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere fonoassorbenti difettose – ma in qualità di membro del Comitato grandi opere. Intanto la procura di Genova valuta il reato di interruzione di pubblico servizio e omissione di atti d’ufficio nell’inchiesta aperta per le code dovute ai cantieri.

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