AstraZeneca, si riparte. In Francia solo per gli over 55
Covid L’Aifa: nessuna controindicazione, non servono esami preventivi o farmaci anticoagulanti. Rimane sospesa la somministrazione dei due lotti del vaccino sottoposti a sequestro
Covid L’Aifa: nessuna controindicazione, non servono esami preventivi o farmaci anticoagulanti. Rimane sospesa la somministrazione dei due lotti del vaccino sottoposti a sequestro
Sono ripartite alle 15 di ieri le somministrazioni del vaccino AstraZeneca, dopo tre giorni di sospensione e il parere positivo dell’Agenzia Europea del Farmaco di giovedì. «Aifa ha proceduto a revocare il divieto d’uso, consentendo così una completa ripresa della campagna vaccinale», fa sapere l’agenzia del farmaco italiana. Rimane sospesa la somministrazione dei due lotti del vaccino ABV2858 e ABV5811 solo perché sottoposti a sequestro da parte della magistratura che sta tuttora indagando sui decessi verificatisi in Italia. L’analisi approfondita dell’Ema ha chiarito che «non ci sono evidenze di un problema relativo a lotti specifici o a particolari siti di fabbricazione del vaccino», ma un effetto collaterale delle inchieste – destinate a finire in un nulla di fatto – è che alcune migliaia di dosi di vaccino non potranno essere somministrate.
NELL’ILLUSTRARE la decisione alla stampa, il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini ha ripetuto che i benefici del vaccino AstraZeneca superano ampiamente i rischi. Con oltre venti milioni di persone vaccinate, sono stati segnalati solo 7 casi di coagulazione intravasale disseminata e 18 di trombosi cerebrale dei seni venosi. Il vaccino deve essere somministrato dunque «senza limitazioni di età e senza contro-indicazioni per l’uso». Aifa tradurrà la lettera che l’Ema invierà a tutti gli operatori sanitari affinché aumenti la conoscenza dei sintomi sospetti e si intervenga con tempestività nel caso insorgano.
Magrini ha smorzato le voci circolate sull’opportunità di effettuare esami preventivi prima della vaccinazione AstraZeneca per cercare eventuali “predisposizioni” alla trombosi, o di assumere farmaci prima o dopo la puntura. «L’Aifa pubblicherà una nota ufficiale contro l’uso preventivo di farmaci come aspirina, eparina, tachipirina o altri anticoagulanti – spesso consigliati dagli stessi medici di base in questi giorni di psicosi – perché non c’è motivo di sottoporsi a trattamenti in nessuna categoria di pazienti», ha proseguito Magrini. «Nessuna avvertenza speciale nemmeno in presenza del fattore V di Leiden (una predisposizione genetica a sviluppare trombosi piuttosto diffusa nella popolazione, ndr) o per persone con altri problemi di coagulazione, che non necessitano di esami preventivi».
MAGRINI HA PURE smentito eventuali cautele supplementari per le donne che assumono la pillola anticoncezionale, una possibilità che il presidente della stessa Aifa e neo-membro del Comitato tecnico scientifico Giorgio Palù aveva ventilato in un’intervista televisiva ancor prima che fosse reso noto il parere dell’Ema. «La pillola è uno dei farmaci del secolo», ha affermato il dg. «Ha un basso rischio trombotico e già in passato era stata bocciata la proposta di effettuare uno screening per il fattore V di Leiden per chi ne fa uso. L’Ema darà indicazione di non prevedere contro-indicazioni al riguardo».
NON TUTTI LA PENSANO così in Europa. Dato che gli episodi segnalati riguardano soprattutto persone giovani, il governo francese ha ripreso le vaccinazioni solo nelle persone con più di 55 anni. Magrini per il momento preferisce non parlare di categorie a rischio. Il fatto che gli episodi segnalati riguardino persone giovani non è significativo. «Teniamo presente che la maggior parte delle persone vaccinate sono al di sotto di quella soglia di età ed è fisiologico che tra le persone colpite ci siano più giovani».
L’OBIETTIVO ORA è di riprendere a vaccinare. Secondo Gianni Rezza, dg della prevenzione al ministero della Salute che ha affiancato Magrini in sala stampa, «la revoca è un grande sollievo perché serve un’accelerazione forte alla campagna vaccinale. A fronte dei rarissimi eventi avversi abbiamo un’incidenza particolarmente elevata del virus, intorno ai 250 casi per 100 mila abitanti in sette giorni. Quindi rinunciare alla piena realizzazione della campagna vaccinale sarebbe stato estremamente rischioso». Rezza non ha voluto parlare di immunità di gregge, in quanto non è ancora chiaro quanto i vaccini autorizzati finora blocchino l’infezione del virus e non solo i suoi sintomi. Però «l’obiettivo è di riprendere il ritmo di 200 mila vaccinazioni al giorno» e possibilmente «raddoppiarlo» in breve tempo.
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