Assalto contro i ragazzi del cinema America: arrestati 3 militanti di CasaPound
Fascismo Il Gip conferma i "domiciliari": condotte allarmanti, il movente può dar luogo a reiterazioni ovunque. Il Comune di Roma parte civile
Fascismo Il Gip conferma i "domiciliari": condotte allarmanti, il movente può dar luogo a reiterazioni ovunque. Il Comune di Roma parte civile
Un pestaggio fascista in piena regola. In nove contro due. E lo avevano già fatto in passato. Raid del tutto simili a quello del 16 giugno quando hanno preso di mira due ragazzi «colpevoli» di indossare una maglietta con su scritto «Piccolo cinema America», ritenuto un simbolo antifascista.
In tre, militanti di Casapound, sono finiti agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza privata e lesioni. Si tratta di militanti del movimento di estrema destra: Matteo Vargiu (23 anni), Stefano Borgese (38 anni) e Marco Ciurleo (23 anni). Per il gip Clementina Forleo, che ha accolto la richiesta del pm Eugenio Albamonte, «sussistono le esigenze cautelari» per «l’allarmante gravità delle condotte». «Il movente può dar luogo alla reiterazione di fatti analoghi in ogni contesto ai danni di chiunque sia inquadrabile, anche in astratto, come portatore di idee politiche differenti».
Nel provvedimento vengono ricostruite le varie fasi dell’aggressione avvenuta intorno alle 3 di notte. Un blitz immortalato anche da una serie video di telecamere presenti in zona, in via Francesco a Ripa a Trastevere, che hanno ripreso l’intera azione. Le due vittime sono state avvicinate da un gruppo di 9 persone. «Tu che c’hai la maglietta del Cinema America – ha gridato Borgese – te la devi levare, te ne devi andare di qua, fidati è meglio per te, levati quella maglietta». Dalle parole si è passato ai fatti. Vargiu ha colpito al volto con una bottiglia uno dei due, mentre Ciurleo ha assestato una testata in faccia all’altro ragazzo.
In particolare Vargiu e Ciurleo risultano «gravati da una serie di precedenti di polizia legati alla loro appartenenza alla destra radicale».
«La vicenda deve considerarsi di particolare allarme sociale, essendo speculare – conclude il giudice – di un più ampio disegno di sopraffazione politica nell’ambito di un territorio che evidentemente considerano di loro “appartenenza” e in cui l’ubicazione del Cinema America appare evidentemente sgradita».
I ragazzi del Cinema America e il Campidoglio si costituiranno parte civile al processo.
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