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Asia Bibi non potrà lasciare il Pakistan

Asia Bibi non potrà lasciare il PakistanAsia Bibi

Dopo il verdetto Il governo di Islamabad si accorda con i gruppi islamisti radicali protagonisti di violente proteste contro l'annullamento della condanna a morte per la pakistana cristiana. Fugge, invece, il suo avvocato

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 4 novembre 2018

Il caso di Asia Bibi non è finito. Dopo le proteste di gruppi islamisti contrari all’annullamento della pena di morte per blasfemia inflitta alla pakistana cristiana, il governo di Islamabad ha trovato un accordo per impedire nuovi scontri.

Bibi non sarà ancora rilasciata e le sarà impedito di lasciare il Pakistan (possibilità affatto remota dopo le offerte di asilo di diversi governi stranieri), mentre agli arrestati durante le proteste è assicurato il rilascio. Inoltre il governo non impedirà appelli contro il verdetto dell’Alta corte. In cambio, il partito Tehreek-i-Labaik, in testa alle manifestazioni, ha ordinato ai suoi sostenitori di lasciare le piazze: ieri ha annunciato la fine delle proteste, non senza la minaccia di riprenderle nel caso l’intesa sia violata.

«Avevamo due opzioni – ha detto il ministro dell’informazione Chaudhry per giustificare l’accordo – Usare la forza o tentare il negoziato. E in un negoziato dai qualcosa e perdi qualcosa». A fuggire, dopo la storica sentenza della Corte suprema, è stato l’avvocato della donna, Saif Mulook: continuerà a rappresentarla, ha detto ai giornalisti in aeroporto prima di volare ad Amsterdam (dopo un transito a Fiumicino, scortato dalla polizia italiana), ma restare significherebbe mettere a rischio la propria vita.

«Non possono neppure implementare un ordine della più alta corte del paese», ha detto Mulook. Immaginarsi difendere lui e la sua assistita. Ci prova il marito di Asia: ieri ha scritto alla premier britannica May chiedendole di portare in salvo la moglie.

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