Davvero geniale è il racconto che Ascanio Celestini fa delle sue Barzellette (al Vittoria fino al 17 novembre per Romaeuropa Festival). Nascono da un libro, dal titolo omonimo, uscito da Einaudi la scorsa primavera, simile nel percorso e nel contenuto. Ma dal vivo la forza comunicativa di un artista come Ascanio, è talmente forte, modulata, davvero fisica, che allo spettatore può sembrare di non conoscerle già, quelle situazioni, quegli ambienti, quelle assonanze, perfino il finale «sconcio» di molte avventure, la consapevolezza «romanesca» del commento o della battuta finale che si fa universale morale di vita quotidiana, e di pensiero per...