Stasera al cohousing, caldo estivo, ceniamo insieme per raccontare una bella avventura. Pier, affettuoso, ha preparato la pizza per festeggiare il ritorno di Aurora, Lola e Smirna dal viaggio in camper in Sicilia con la loro amica Mimì, che hanno accompagnato a rivedere i paesi della sua famiglia di origine.

Riandare al tempo e spazio dei nostri genitori e nonni, cercare quel filo che ci lega alle origini e che svela anche scelte della nostra vita e lealtà invisibili, è un percorso per disegnare il senso della nostra storia, anche in parte doloroso, ma sempre pieno di emozioni.

E così, in Sicilia, dopo aver girato città potenti e sconvolgenti per bellezza, cultura e umanità, ma anche degradate per incuranza e sporcizia, con il mare compagno, le quattro donne arrivano a Licata ed ai suoi paesi nell’interno.

Campobello di Licata, comune collinare della provincia di Agrigento è scoperta nella scoperta, non solo per Mimì. La piazza del paese, ore tredici, 34 gradi, dà il benvenuto con panchine e verde, con pavimentazione di mosaici che rappresentano colombe, con scultura bronzea che raffigura due contadini. Racconta subito ricchezza architettonica e impegno politico con Piazza Aldo Moro, con la Piazza Tienanmen che respira cultura con l’obelisco su cui sono scolpite citazioni di Dante, Goethe, Cervantes e Shakespeare.

E palazzi e strade e monumenti, in un paese di 9.184 abitanti. A svelarci parte dell’arcano di questa trama meravigliosa è Lillo, capelli e baffi bianchi, che nella piazza assolata, con la calorosa accoglienza siciliana, ci racconta, orgoglioso, le vicende del paese. Calogero Gueli, già sindaco, scrittore, poeta, politico, nel 1982 inizia una grande ristrutturazione culturale e architettonica di Campobello, grazie anche alle opere dell’artista Silvio Benedicto Benedetto, pittore e scultore argentino famoso per le sue opere in tutto il mondo, di origine italiana.

Il Parco della Divina commedia (o Valle delle Pietre Dipinte) è un grande parco letterario nel paese, realizzato dall’artista, con la pittrice Olga Macaluso, nella sede di una vecchia cava di pietra, in cui sono presenti 110 monoliti di travertino, su cui sono dipinti episodi del poema Dantesco.

Ciao Lillo e grazie. Mimì saluta il paese con la nostalgia per le ciambelle che mangiava da bambina e per chi sa quante altri volti e voci e ricordi che tesserà nei giorni. È notte inoltrata e il tempo non basta per raccontare tutto, ma lascia un grande desiderio e lezione di bellezza e cura della vita come dare forma al proprio tempo di oggi, ieri e domani, come cura di sé e della propria storia, ma anche degli altri e del mondo. Ed è cura tornare da un viaggio e trovare qualcuno ad ascoltarci.