Articolo 18 a tappe e lavoratori nei cda aziendali
La scheda Punto per punto, cosa prevede il Jobs Act di Renzi
La scheda Punto per punto, cosa prevede il Jobs Act di Renzi
Per quanto la bozza circoli già dall’altroieri sera sul web, è utile avere comunque sott’occhio una veloce scheda sui punti principali del Jobs Act renziano. Ricordando che il segretario del Pd ha spiegato su Twitter, subito dopo aver diffuso il testo, che il documento è aperto alle variazioni suggerite dall’esterno (sindacati, imprese, altri partiti della maggioranza, o magari chissà, dell’opposizione) e dall’interno (il Pd stesso).
1) Semplificazione delle norme. Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero.
2) Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti.
3) Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare più di una nuova proposta di lavoro.
4) Obbligo di rendicontazione on line ex post per ogni voce utilizzata per la formazione professionale finanziata da soldi pubblici. Ma presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance.
5) Agenzia unica federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali.
6) Legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei cda delle grandi aziende.
7) Piani industriali per sette macro-settori: a) Cultura, turismo, agricoltura e cibo; b) Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers); c) Ict; d) Green Economy; e) Nuovo Welfare; f) Edilizia; g) Manifattura.
8) Ridurre del 10% il costo dell’energia per le imprese.
9) Tagliare del 10% l’Irap alle imprese che producono lavoro, facendo pagare di più chi si muove in ambito finanziario (sarebbe cioè una tassa sulle rendite finanziarie, ndr).
10) Fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete.
11) Eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio: piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro le corporazioni. Funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici.
12) Eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel pubblico.
13) Velocizzazione nelle opere pubbliche: i Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno può interrompere il processo (ma che diranno i comitati territoriali, tipo No Tav?, ndr).
14) Amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati dovranno pubblicare on line ogni entrata e ogni uscita.
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