Arriva anche in Italia il JFF Plus: Online Festival, la manifestazione itinerante organizzata dalla Japan Foundation è già presentata in alcuni paesi che offre da ieri, 26 febbraio, fino al prossimo 7 marzo la visione gratuita, online, di tre film giapponesi al giorno.

Si tratta prevalentemente di lavori realizzati nell’ultimo decennio o comunque in questo millennio, con la sola eccezione di «Il profumo del riso al tè verde» di Yasujiro Ozu, anno 1952. È una rassegna interessante perché non presenta grandi titoli di autori celebrati nel circuito festivaliero, forse anche per questioni di diritti, ma piuttosto una variegata miscela di generi e stili usciti in questi ultimi anni dal Sol Levante.

Fra i trenta film presentati, uno dei più meritevoli è «0.5mm »(2014), più di tre ore in cui Momoko Ando dirige la sorella Sakura («Love Exposure», «100 Yen Love», «Un affare di famiglia») nel ruolo di una badante che si ritrova inaspettatamente senza lavoro e soldi, e che comincia quindi a girovagare in cerca di anziani clienti. Il film è un viaggio lento e quasi ipnotico nei paesaggi geografici e sociali del Giappone contemporaneo, dove, vale la pena ricordare, gli over 65 rappresentano quasi un terzo della popolazione totale. Lavoro malinconico ed episodico che decolla decisamente dopo i primi 30-40 minuti, «0.5mm» è probabilmente uno dei film meno classificabili e più affascinanti prodotti nello scorso decennio nell’arcipelago.

Interessante è la scelta di presentare al pubblico una fetta di animazione, per così dire «diversa» da quella che di solito arriva in Italia dal Giappone. «Gon The Little Fox» (2019) è un cortometraggio in stop motion realizzato da Takeshi Yashiro con protagonista una piccola volpe ed un ragazzo, mentre «Kick-Heart» è un cortometraggio firmato Masaaki Yuasa. Il geniale autore ed animatore, una delle più interessanti ed originali voci nell’ambiente, nel 2013 realizza una lisergica storia d’amore fra un lottatore professionista ed una suora che segretamente pratica la sua stessa professione.

Di due anni fa è «One night» di Shiraishi Kazuya, autore fra i più attivi, specialmente nel cinema di genere, in questi ultimi anni, storia di perdita e redenzione di una famiglia dopo un incidente d’auto. Sul versante del documentario sarà possibile vedere «Peace» di Kazuhiro Soda, regista che nel cinema di non-fiction ha costruito in questi ultimi due decenni una filmografia molto importante. In «Peace» il regista posa il suo sguardo sulla vita semplice e ritmata da piccoli atti quotidiani dei suoi suoceri e dei loro gatti nella prefettura di Okayama.