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Arriva Legends, il risveglio di Rayman

Arriva Legends, il risveglio di Rayman

Videogame Ritorna uno dei personaggi più noti della playstation anni Novanta. Una nuova avventura "mozartiana", tra manieri sinistri, foreste avvolgenti e mari inquinati

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 21 settembre 2013

C’era chi dava Rayman per morto, uno dei tanti grandi personaggi degli anni ’90 destinato a estinguersi come un dinosauro sotto la pioggia meteorica delle nuove stelle dei videogiochi. Basta pensare a Crash Bandicoot dei Naughty Dog  autori di Uncharted e The Last of Us, oppure a Megaman di Keiji Inafune. Inventato da Michel Ancel nel 1995, questo eroico protagonista di un platform eccellente per la prima Playstation, una creatura indefinibile e caricaturale con un muso buffo su un corpo ridotto dai pugni enormi, si è salvato dall’oblio grazie all’amore del suo creatore e alla dedizione del suo studio, Ubisoft Montpellier, che nel 2011 realizzò Rayman Origins. Fu uno dei videogiochi più riusciti di questa generazione, un platform bidimensionale colorato, vertiginoso e appassionante che unisce un classicismo spinto ad un’idea poetica innovativa e fantastica che lo distinse dagli altri giochi del genere grazie alla sua giocabilità calibrata per essere godibile sia da giocatori meno pratici che dai chirurghi del joypad.

La “melanzana”, così lo chiama qualcuno a causa della maglietta viola che indossa, è tornata in Rayman Legends, uscito all’inizio di settembre per Wii U, Playstation 3, XBox 360 e Ps Vita. Doveva essere un’esclusiva per la nuova e sottovalutata console Nintendo ma i vertici Ubisoft hanno successivamente cambiato idea. Tuttavia la versione Wii U, sebbene il gioco sia notevole in tutti i formati, è la migliore da guardare e da giocare grazie al gamepad.

Rayman Legends concorre con grazia e humor al titolo di migliore gioco di un anno generoso di capolavori come The Last of Us, Grand Theft Auto V, Bioshock Infinite e Ni No Kuni ma a differenza dei primi tre titoli, opere d’arte oscure destinate solo ad un pubblico adulto, condivide con il videogame di Level 5 e Studio Ghibli un’universalità che lo rende godibile a qualsiasi età, poiché rinnova un senso di meraviglia che può risvegliare il fanciullo sopito nella coscienza di ogni videogiocatore e fare sognare i bambini di tutto il mondo con la sua strampalata, cartoonesca e fiabesca bellezza.

Siamo nella Radura dei Sogni, dove Rayman e i suoi amici stanno dormendo da anni sonni pacifici. Ma il male torna a turbare questa terra onirica e gli incubi si impadroniscono delle sue lande, corrompendole. Iniziamo così un’avventura che ci porterà ad attraversare manieri sinistri e foreste avvolgenti, ad arrampicarci tra le foglie di gigantesche piante di fagioli, a nuotare in mari inquinati fino a spettrali laboratori sottomarini, a saltellare per i labirinti culinari costruiti di macroscopiche ghiottonerie della cucina messicana, a visitare un celeste mondo olimpico su cui gravano nubi nere.

Torneremo inoltre a perlustrare alcuni mondi ispirati a Origins, ma reinventati. Ci sono decine di livelli e ognuno richiede sfide diverse, talvolta esilaranti, come quando Rayman viene trasformato in pollo o quando ci muoviamo di soppiatto come Snake di Metal Gear per evitare di essere individuati dai nemici. Per chi ama le sfide Rayman Legends può essere un gioco immenso, straripante di segreti e di imprese da compiere al limite dell’impossibilità.

La pittorica stravaganza di tutti gli scenari è sottolineata dalla musica sempre “giocosa” scritta da Cristophe Heral che compone una polifonia raffinata tra il suono degli strumenti e l’azione del giocatore. Ci sono dei livelli “musicali” in cui dobbiamo saltare e combattere rigorosamente a ritmo, se si intende superarli.

Heral ha dichiarato in un’intervista che comporre musica per i videogame gli ricorda il gioco che “Mozart inventò per creare milioni di minuetti diversi e per giocarci bastava avere alcuni dadi e carte numerate”.

Rayman Legends, a modo suo,  è un gioco mozartiano perché possiede la sublime sciocchezza, l’ironica dolcezza, la giovanile gravità, la matura serenità e la mostruosa genialità di alcune composizioni del musicista di Salisburgo.

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