Visioni

Armonizzare è così swing

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Intervista Le Voci di Corridoio pubblicano un omaggio al maestro triestino. «Luttazzi è stato un innovatore capace di fondere la tradizione americana con quella italiana»

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 7 gennaio 2015

Il monoscopio in bianco e nero, l’eleganza delle riprese degli show di Antonello Falqui, lo swing eccelso di Kramer e Luttazzi e le voci del Quartetto Cetra. Bastano per trasformare i ricordi di infanzia in una passione e arrivare a un progetto artistico completo. Le Voci di Corridoio – quartetto vocale a cui si aggiungono tre musicisti, nasce proprio con la volontà di misurarsi con quella classicità e lo fanno curiosamente nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio 1990 in una stanzetta di un appartamento torinese, guarda caso a poche centinaia di metri dagli studi radiofonici della storica Rai dove furono registrate le canzoni del loro repertorio. Quello che si dice il destino….

Paolo Mòsele che coordina il progetto ne racconta la genesi: «Le sorelle Bacciolo in realtà provenivano da gruppi funky. Io ho studi di classica alle spalle, ma ho sempre avuto questa passione per le voci, tanto che ho guidato per anni un coro polifonico». Poi l’incontro con le altre…Voci: «Siamo un po’ tutti cresciuti con i Cetra, Luttazzi contrattando qualche minuto di Carosello per poter vedere qualcosa in più del permesso….». Nel curriculum molta televisione, tanti incontri fondamentali (Virgilio Savona e Lucia Mannuzzi, gli ultimi…Cetra) un album nel 2010 Edizione straordinaria con ospiti come Francesco Cafiso, Fabrizio Bosso e un inaspettato Caparezza… Sul finire del 2014 ecco arrivare l’omaggio al maestro Luttazzi Speciale per Lelio (Zanetti Records/Self) – anticipato nel 2011 da un cofanetto antologico Il cinema di Lelio Luttazzi, con le musiche scritte per il grande schermo dal musicista triestino, curato insieme alla vedova Rossana e a Sergio Cossu.

«Prima o poi era inevitabile – sottolinea Mòsele – concentrare un intero lavoro su di lui. Un innovatore che è riuscito a portare la tradizione americana e fonderla con quella italiana. Senza dimenticare le sue doti di presentatore e valorizzatore di talenti. Pensiamo solo al lavoro fatto con Mina e ancor prima con Julia de Palma». Già, la signora del jazz italiano – lontana dai microfoni da 40 anni – e che da Toronto – dove vive – regala alle Voci due sue interpretazioni sulle note di Eccezionalmente sì, musicata da Luttazzi su un testo della stessa Jula per il suo ultimo concerto al Sistina e Mi piace, ballad firmata a quattro mani da Luttazzi e Leo Chiosso, cantata in una puntata a Studio Uno ma mai incisa su disco. «Con Jula ci sentiamo da anni e anzi lei, grazie a un curioso giro di amicizie, ci conosceva già. Quando si è trattato di lavorare sul progetto Luttazzi ho pensato di coinvolgerla, prima in maniera discreta e poi proponendole di rifare Mi piace, e lei ha accettato. Le ho spedito un microfono ma l’incisione casalinga aveva ovviamente problemi tecnici così lei, in una giornata di ghiaccio, è andata in uno studio a Toronto per registrare la sua parte. La cosa divertente – come ci ha raccontato Jula – è che una volta partita la base, ha cantato tutto al primo take lasciando il tecnico di stucco, abituato ormai agli artisti che registrano più volte la stessa traccia. Altre professionalità e altri tempi. Lucia Mannuzzi dei Cetra mi diceva che all’epoca non era possibile fare più di due versioni perché le canzoni venivano registrate su dischi di cera, costosissimi e non ci si potevano quindi permettere errori di sorta…».

L’armonizzazione è alla base di ogni gruppo vocale che si rispetti – basta ascoltare maestri del genere come i Manhattan Transfer e in in Italia i poco noti e ora disciolti, Voci atroci: «Ma bisogna fare attenzione e questo l’ho imparato parlando con Savona e la Mannucci durante uno dei nostri incontri. Perché armonizzare troppo dopo un po’ diventa ridondante. E allora bisogna usare degli escamotage, come dei contrappunti oppure inserire dei controcanti in modo da alleggerire l’insieme. Io utilizzo sempre una tecnica che definisco…michelangiolesca. Ovvero armonizzo tutto e man mano vado a togliere, pulisco, asciugo. Ma soprattutto è fondamentale il lavoro di tutti, sia in sala di registrazione che in studio».

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