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Appoggio esterno a un governo M5S

Un accordo tra il vincitore e lo sconfitto non è mai un patto tra eguali. Occorre realismo e freddezza nelle scelte “responsabili”. Il vincitore non va sottovalutato: passa con estrema […]
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 20 aprile 2018
Un accordo tra il vincitore e lo sconfitto non è mai un patto tra eguali. Occorre realismo e freddezza nelle scelte “responsabili”. Il vincitore non va sottovalutato: passa con estrema praticità da un estremo all’altro. Dalla mistica «mai alleanze, no al principio politico del compromesso» alla dichiarazione della sacra disponibilità a siglare qualsiasi accordo, pur di incoronare il «capo politico». Questa duttilità potrà far storcere il naso in nome di un malinteso valore morale della coerenza, ma l’ambiguità più beffarda è una prova di forza, per chi può impunemente permettersela. Fino a quando un movimento, in nome di un elastico...
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