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Apple «tiene» ma l’innovazione non c’è

Apple «tiene» ma l’innovazione non c’è

Rete e mercati L’affanno del capitalismo delle piattaforme

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 2 agosto 2018

La bolla tecnologica non è scoppiata come Wall Street temeva, alla luce dei risultati disastrosi di Facebook e Twitter, e anzi, Apple è vicino al traguardo storico dei 1.000 miliardi di dollari di valore in Borsa.E questa notizia rende più sereni gli Usa, e Trump, facendo diventare Apple la società più quotata tra le imprese tecnologiche del mondo. I dati sul secondo trimestre dell’azienda vedono un aumento dei profitti del 32 per cento rispetto al secondo trimestre del 2017, passando così dagli 8,5 miliardi agli oltre 11 miliardi.

Sale anche il valore delle azioni, che hanno un prezzo aumentato del 4,1 per cento, consentendo alla società di Cupertino di superare i mille miliardi di valore.

A dare la notizia un entusiasta Tim Cook, che ha ricordato che sono tre i trimestri di crescita della Apple. L’amministratore delegato è stato inoltre categorico nell’affermare che i dazi introdotti da Trump per le merci «made in China» (il paese dove la società di Cupertino produce gran parte dei suoi prodotti) non hanno influito sull’andamento economico di Apple, anche se ha annunciato la costituzione di un gruppo di studio sui possibili effetti degli altri dazi annunciati dal presidente statunitense.

I buoni risultati di Apple fanno guardare con occhi diversi l’andamento delle società hi-tech americane. Nei giorni scorsi, Facebook, Twitter e Netflix sono andati male. La società di Zuckerberg ha perso in un solo giorno 120 miliardi di dollari in borsa; il titolo di Twitter ha invece perso il 20 per cento del valore, mentre Netflix ha perso il dieci per cento del valore azionario. Contenute all’1,5 per cento le perdite di Google.

rumors di Wall Street hanno evocato i primi anni del 2000 quando gran parte delle imprese della net-economy sono fallite o sono state fortemente ridimensionate, decretando lo sgonfiamento della prima bolla tecnologica.
Una crisi, allora, che annunciava un cambiamento radicale della geografia economica della Rete, con l’ascesa di Facebook, Google, Apple, Amazon, Twitter, Cisco. Ma se la crisi è stata scongiurata, non significa che i problemi emersi nei mesi scorsi siano stati dissolti dal sole estivo. Gran parte delle «Big Five» della Rete patiscono infatti un rallentamento nel far uscire prodotti innovativi. È cioè il capitalismo delle piattaforme ad essere in affanno. Dunque, sorriso di sollievo per i dati Apple, che nel dettaglio vedono un aumento contenuto di vendite degli iPhone (il fatturato è di 29,9 miliardi di dollari). L’ultimo modello vende, ma al di sotto delle aspettative, a causa dell’alto prezzo sul mercato (la media su scala mondiale è di oltre 660 dollari).

I ricavati degli iPad diminuiscono e si attestano sui 4,17 miliardi di dollari.

Lo scettro delle vendite degli smartphone è nella mani di Huawei, che ha spodestato Samsung. Le due imprese vendono i propri prodotti a una cifra di gran lunga inferiore degli iPhone, mentre le comparazioni qualitative sulle tecnologie usate premiano ad esempio il Galaxy 9 di Samsung. Apple però ha dalla sua le decine di imprese e start up che sviluppano app, gradite ai millennials europei e statunitensi, cioè il segmento di mercato che spende tanto per acquistare gadget tecnologici.

Buoni quindi tutti gli incassi di Apple nei gadget tecnologici, siano le cuffiette per ascoltare musica, o i dispositivi per trasformare iPad e personal computer in vere e proprie televisioni. Complessivamente, le vendite di Apple watch, Apple Tv, le cuffie wireless e gli iPod aumentano del 37 per centro rispetto allo stesso periodo del 2017, portando nelle casse di Apple 3,7 miliardi di dollari. Il magazzino iTunes continua a fare profitti nonostante la concorrenza di Spotfy e di Netflix. Vanno bene anche i servizi Pay (trasferimento di denaro e pagamento on line), Store, Care (manuntenzione e riparazione dei dispositivi). Tutti questi servizi fatturano 9,5 miliardi di dollari (un 31 per cento in più rispetto al 2017).

Dunque una società in buona salute. Tim Cook continua però a ripetere che da qui ai prossimi anni Apple si concentrerà solo sui prodotti simbolo della mela morsicata. L’innovazione può dunque attendere.

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