Applauso all’antimafia di Rosy Bindi. Gli operai a Fassina: «Non mollare»
In piazza Tutte le sfumature della sinistra al completo. La coalizione non è casa loro, ma si sentono a casa. Vendola: qui per condividere una ribellione. Landini: bene chi c'è, ma troppi in parlamento pensano alle poltrone
In piazza Tutte le sfumature della sinistra al completo. La coalizione non è casa loro, ma si sentono a casa. Vendola: qui per condividere una ribellione. Landini: bene chi c'è, ma troppi in parlamento pensano alle poltrone
Quando Landini dal palco dice «la presidente della Commissione anticorruzione è qui con noi perché la lotta alla corruzione e alla mafia è una scelta politica» e parte l’applauso del catino rosso di Piazza del Popolo, Rosy Bindi sorride e scherza con chi le sta vicino: «Con questa citazione sono fuori dal Pd, non ho più neanche bisogno di fare una scelta». È solo una battuta, Bindi non ha nessuna intenzione di lasciare il suo partito. Spiega: «Sono qui come presidente della Commissione Antimafia, ma anche come parlamentare di un partito di centrosinistra che dovrebbe prestare ascolto. Anche chi è contro il governo deve essere ascoltato». Mentre il leader della Fiom parla sul palco, da lei e da Stefano Fassina – i due deputati Pd sono rimasti fuori dall’area transennata, in mezzo alla gente – è tutta una processione: foto, selfie, «forza», ma anche «ma che ci state a fare nel Pd». Il compagno saldatore della Best di Fabriano: «Fassina, ti ho votato e mi fido di te, ma ora fate qualcosa con le pensioni. Faccio cinquant’anni ora, e fino a 67 così non ci posso arrivare». Gaetano Perrotti, matricola 12469 di Pomigliano, pensionato a 399 euro al mese: «Io il voto a Renzi non l’ho mai dato, Fassina passa con noi». Noi chi? «Noi Unions». Massimo Covello, segretario della Fiom calabrese: «Quello di Landini è un grande progetto che parla anche agli inoccupati e ai migranti, non sminuitelo». Il compagno di Carrara stringe la mano al deputato: «Siamo tanti, se ve ne andate voi noi stracciamo la tessera ed è finita». C’è anche Pippo Civati, Barbara Pollastrini, Vincenzo Vita. Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd, da Cernobbio commenta: «La partecipazione di rappresentanti del Pd è molto esigua e non ha un significato particolare». I tanti tesserati Fiom ma anche Pd presenti in piazza non li considera né «rappresentanti» del suo partito né significativi.
La coalizione sociale non è neanche la casa dei rappresentanti politici della ’sinistra sinistra’, ma loro si sentono a casa, lasciano alle spalle i dubbi e si buttano nella mischia del corteo. Del resto Landini chiarisce alla partenza del corteo: «La manifestazione è aperta a tutti quelli che sono disponibili, non ci interessa la loro collocazione ma se sono presenti». Anche se sulla parlamento non nasconde «la sensazione che ci sia qualcuno più interessato a quello che succede a lui che a quello che accade al paese». Nichi Vendola ha convocato il suo gruppo parlamentare. «Siamo qua per condividere una piattaforma e una ribellione comune contro l’arroganza di questo governo sui diritti dei lavoratori e per la dignità del lavoro». Lo spezzone della Rifondazione comunista di Paolo Ferrero si piazza rispettosamente in coda. Ci sono anche Eleonora Forenza e Curzio Maltese, due dei tre europarlamentari dell’Altra Europa. Tutti insieme domani a Roma incontrano il nuovo segretario di Syriza, Tasos Koronakis. In marcia volti di ieri di oggi e di sempre, da Aldo Tortorella a Luca Casarini a Tommaso Fattori, da Antonio Ingroia al lenzuolone «Avanti popolo» del Pcdi (Pdci nuova versione). E i trozkisti del Pcl. Tutti vorrebbero unificare una sinistra in eterno tormento. Landini e Rodotà oggi indicano un’altra strada: la «coalizione sociale» che fa «massa critica» contro il governo. Si cambia direzione? Francesco Campanella, ex grillino, ci crede: «Faremo come l’acqua, quando trova un’ostacolo si infiltra. Ma alla fine tira giù il muro».
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