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Appello dalla Grecia: «Mobilitatevi per noi»

Appello dalla Grecia: «Mobilitatevi per noi»Il parlamento di Atene – Reuters

Voto greco Cresce l’invito internazionale delle reti sociali per Tsipras

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 7 gennaio 2015

Il giorno dopo il crollo delle Borse (che ieri hanno fallito il rimbalzo, con Piazza Affari che ha chiuso ancora in negativo) attribuito ai timori di un Grexit, un’uscita dall’euro che in realtà in Grecia nessuno vuole, da Atene arriva un appello alla solidarietà internazionale. E’ firmato da Solidarity for all, il network di movimenti sociali cui fanno capo gran parte delle attività in sostegno delle vittime della crisi, in particolare ad Atene e in tutta la regione dell’Attica: le quaranta kifa, farmacie e ambulatori sociali, le mense per vecchi e nuovi poveri, i centri per gli immigrati, le cooperative recuperate dai lavoratori.

E’ un appello «contro la retorica paralizzante della paura e della povertà» e si intitola «Partiamo dalla Grecia per cambiare l’Europa».

«La Grecia è stata usata come cavia per la ristrutturazione neoliberale in Europa», scrivono gli estensori, e ora che la Troika ha fallito, e con essa la coalizione politica che l’ha sostenuta, «stanno provando a salvare i loro interessi in ogni modo». Da qui l’avvio di una campagna basata esclusivamente sulla paura: se vince Alexis Tsipras la Grecia uscirà dall’euro con effetti catastrofici su tutto il continente, il giorno dopo le elezioni ci sarà la corsa a ritirare i soldi dalle banche con il rischio che l’intero sistema collassi, riprenderà il saliscendi delle borse e dello spread.

Tutte ipotesi non fondate su nessun dato reale, ma rilanciate domenica dal giornale tedesco Der Spiegel, secondo il quale la Germania si starebbe preparando a un’uscita di Atene dall’Eurozona (ma il governo tedesco il giorno dopo ha smentito).

E’ per questi motivi che le elezioni greche, secondo Solidarity for all, rivestono un’importanza che va ben al di là dei confini ellenici. «Una vittoria anti-troika e anti-austerità apre le porte a un cambiamento del dominio neoliberale in Europa e oltre», scrivono, «per questo il momento elettorale rappresenta una tappa della battaglia dei popoli europei, di tutti quei movimenti che resistono e si oppongono all’Europa antisociale e antidemocratica».

Solidarity for all fa proprie le parole di Syriza: opporre la speranza a una campagna fondata sulla paura. Su questo leit motiv fanno appello alla mobilitazione internazionale «vote for change» dal 14 al 16 gennaio, una settimana prima delle elezioni greche, chiedendo di manifestare e organizzare azioni davanti alle sedi di istituzioni greche (ambasciate, centri per il turismo) ed europee.

Per ora la sinistra radicale greca non pare soffrire le pressioni politiche e mediatiche: gli ultimi sondaggi danno Syriza oltre il 30 per cento e i comunisti del Kke, che però non andranno al governo con i rivali della sinistra radicale, come terza forza con il 4,8 per cento. Alla coalizione guidata da Tsipras, nella grande frammentazione della scena politica greca, basterebbe un consenso superiore al 35 per cento per provare a formare un governo, e per forze di cose all’indomani del voto si porrà la questione delle alleanze.

A favorire Syriza potrebbe essere l’ennesima scissione del Pasok (già dato al 3,5 per cento nei sondaggi) guidata dall’ex premier (e figlio del primo Presidente della Repubblica dopo il regime dei colonnelli) Giorgios Papandreou, che fu abbandonato dal partito socialista quando propose un referendum sul salvataggio della Grecia.

Il Pasok rischia di non andare nemmeno in Parlamento (lo sbarramento è al tre per cento) e il centrodestra di Nea Dimokratia potrebbe così perdere il secondo pilastro delle larghe intese che hanno garantito alla Troika Bce-Fmi-Ue di governare il Paese negli ultimi anni, costringendolo allo stremo.

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