Politica

Appalti sospetti, il papa commissaria la Fabbrica di San Pietro

Appalti sospetti, il papa commissaria la Fabbrica di San Pietroittà del Vaticano, Piazza San Pietro, 29 giugno 2020 – LaPresse

Sequestrati documenti e computer L’ente si occupa dei lavori e dell’organizzazione della basilica vaticana

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 1 luglio 2020

Appalti sospetti e buchi nei conti sotto il Cupolone. Stavolta non si tratta di un’immagine giornalistica, ma di quello che potrebbe essere realmente accaduto Oltretevere, dal momento che il 29 giugno – ma la notizia è stata resa nota solo ieri – papa Francesco ha commissariato la Fabbrica di San Pietro, l’ente che fin dal Cinquecento ha gestito prima la costruzione e ora si occupa dei lavori e dell’organizzazione della basilica vaticana.

La decisione è arrivata dopo una segnalazione degli uffici del revisore generale della Santa sede, ovvero la struttura anti-corruzione creata da Bergoglio che controlla i conti del Vaticano a caccia di anomalie nell’impiego delle risorse finanziarie e di irregolarità nella concessione di appalti, transazioni e cessioni. Si tratta dello stesso ufficio che recentemente – insieme anche allo Ior – ha portato alla luce lo scandalo del palazzo acquistato a Londra dalla Segreteria di Stato, attingendo anche ai fondi dell’Obolo di San Pietro (le offerte inviate al papa per i poveri), per una mega-speculazione immobiliare in combutta con un finanziere d’assalto ora agli arresti in Vaticano.

Per ordine dei «pubblici ministeri» vaticani – il promotore di giustizia Gian Piero Milano e l’aggiunto Alessandro Diddi – la gendarmeria ha sequestrato documenti e computer dagli uffici della Fabbrica, ora al vaglio dei magistrati che stanno passando al setaccio contratti di appalto e conti.

Contemporaneamente papa Francesco ha nominato come commissario straordinario della Fabbrica di San Pietro – presieduta dal cardinale Angelo Comastri, che è anche vicario generale del papa per la Città del Vaticano – l’ex nunzio apostolico in Slovacchia monsignor Mario Giordana, specialista in questo campo: un anno e mezzo fa fu incaricato di indagare sul coro della Cappella Sistina per una faccenda di riciclaggio e truffa.

La nomina del commissario straordinario, precisa la sala stampa vaticana, è maturata in seguito alla recente promulgazione del motu proprio del papa «Sulla trasparenza, il controllo e la concorrenza nelle procedure di aggiudicazione dei contratti pubblici della Santa sede e dello Stato della Città del Vaticano». Avrà il compito di «aggiornare gli statuti, fare chiarezza sull’amministrazione e riorganizzare gli uffici amministrativo e tecnico della Fabbrica». Che evidentemente non brilla per trasparenza.

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