Antonio Tajani, ministro degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale
Dopo le esternazioni di Berlusconi su Putin e Zelensky, se l’era vista davvero brutta Antonio Tajani, predestinato per la Farnesina. Grazie ai buoni uffici nel Ppe e a Bruxelles, dove è stato commissario Ue e presidente dell’europarlamento, alla fine l’ha spuntata nonostante Silvio, di cui negli ultimi 4 anni è stato una sorta di avatar (soprattutto nei vertici con Salvini e Meloni), fino a quando negli ultimi giorni il Cavaliere ha deciso di riprendersi la scena in prima persona.
CLASSE 1953, da ragazzo abbraccia la fede monarchica. Nel 2019 avevano fatto notizie alcune sue dichiarazioni benevole su Mussolini e sulle «cose positive» realizzate dal fascismo, dalle bonifiche all’Iri. Dopo le proteste nell’europarlamento era stato costretto a scusarsi: «Le mie parole non intendevano in alcun modo giustificare o banalizzare un regime antidemocratico e totalitario». A quasi settant’anni per lui un debutto da ministro. Dovrebbe rappresentare l’ala moderata ed europeista del governo, ma è possibile che il suo ruolo sarà quello di parare agli occhi degli alleati il “fuoco amico” filo-Putin di Berlusconi.
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