«Anticorruzione? Norme inefficaci»
Parte male il cammino del disegno di legge che secondo il Movimento 5 Stelle dovrebbe «spazzare» i corrotti. In audizione alla camera, sia i magistrati che gli avvocati la bocciano: «Aumentare le pene non è mai servito a prevenire i reati»
Parte male il cammino del disegno di legge che secondo il Movimento 5 Stelle dovrebbe «spazzare» i corrotti. In audizione alla camera, sia i magistrati che gli avvocati la bocciano: «Aumentare le pene non è mai servito a prevenire i reati»
Parte male il cammino del disegno di legge «Anticorruzione», presentato alla stampa dal ministro della giustizia quaranta giorni fa e adesso affidato alle commissioni prima e seconda della camera. Nelle audizioni di ieri, praticamente tutti gli esperti ascoltati su quello che i 5 Stelle hanno ribattezzato «spazzacorrotti» hanno evidenziato i rischi e le lacune del disegno di legge. Avvertendo che può trattarsi dell’ennesima «norma manifesto», buona per la propaganda ma inefficace nella sostanza.
Le critiche hanno visto uniti magistrati e avvocati. Per Francesco Minisci, presidente dell’Associazione nazionale magistrati, la legge rischia di scoraggiare i ricorsi ai riti alternativi, «vanificando il progetto deflattivo» che era stato introdotto come alternativa alla lunghezza dei processi. Anche la figura dell’agente sotto copertura «è uno strumento molto rischioso e delicato che noi pm usiamo con grande parsimonia». Infine il «Daspo a vita», uno dei provvedimenti più rilanciati dalla comunicazione grillina, «può rischiare di rimanere lettera morta, può essere inapplicabile e inefficace». Oltretutto, ha detto Minisci, «non bisogna chiamarlo Daspo, una misura amministrativa che interviene nell’immediatezza dei fatti, mentre questa pena accessoria arriverebbe dopo moltissimi anni».
Anche per gli avvocati dell’Unione delle camere penali il ruolo dell’agente infiltrato è troppo poco definito e finisce per «allargare le maglie della previsione astratta»; persino secondo il rappresentante dell’Associazione dei comuni «ha il limite di somigliare molto all’agente provocatore».
Per l’avvocato Paolo Giustozzi delle camere penali «l’inasprimento delle pene da solo è storicamente inefficace», opinione confermata dall’avvocato Andrea Mascherin del Consiglio nazionale forense: «L’irrigidimento del sistema penale ha già dimostrato di non essere uno strumento di prevenzione adatto e sufficiente».
Bicchiere mezzo pieno per la 5 Stelle Giulia Sarti, presidente della commissione giustizia: «Hanno messo in luce aspetti talvolta critici, ma anche la sostanziale necessità di rafforzare le norme attuali; il testo è una buona base di partenza».
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